di
AMORE
- P. Giuseppe Oddone
Il mistero del Natale,
dell’Incarnazione del Figlio di Dio fatto uomo nel grembo di Maria, in cui si
riaccese l’amore di Dio per noi, è il mistero più dolce e nello stesso tempo
più importante della nostra fede. Questo mistero ci proietta verso tutta la
vicenda umana di Gesù, nato a Betlemme, vissuto a Nazaret nel nascondimento,
annunciatore dell’avvento del Regno di Dio nella sua persona, morto sulla croce
a Gerusalemme e risorto ed asceso al cielo.
In questo anno 2022 segnato nel
mondo da tante sofferenze, quali le guerre in varie regioni del mondo, la
soppressione delle libertà individuali in molte nazioni e le pandemie che hanno
minato la salute di numerose persone sentiamo ancora il bisogno di rivolgerci a
Gesù che viene tra noi, perché stimoli tutti gli uomini di buona volontà a
costruire un mondo migliore, ove regnino la pace, la fraternità, la giustizia,
la collaborazione tra i popoli.
Mi piace rivolgere i miei auguri a
tutti i soci dell’AIMC con una poesia dedicata ai bambini, composta da Guido
Gozzano (1883-1916).
È
nato il sovrano bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
La notte che già fu sì buia
risplende di un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaie
suonate! Squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno detto
da quattromill’anni i profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Da quattromill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato, è nato il Signore!
È nato nel nostro paese.
Risplende d’un astro divino
la notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino,
è nato! Alleluia, alleluia
Aggiungo anche le riflessioni di
Sant’Agostino che invita i cristiani nel mistero del Natale a salire e scendere
sul Figlio dell’uomo, meditando lo stupendo mistero dell’Incarnazione, ossia la
natura divina ed umana della seconda Persona della Santissima Trinità, del
Verbo di Dio fatto carne per la nostra salvezza.
Parafrasando numerosi passi diffusi
nei suoi sermoni e nei suoi trattati, davanti al presepe possiamo esprimerci
con questi sentimenti, che illuminano con una serie di antitesi, il mistero
della persona di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria.
O
Gesù, nostro salvatore, ti sei chiuso nel grembo di una donna, Tu che né cielo
né terra possono contenere, perché sei l’Immenso e tutto contieni.
Sei
nato da una donna, da Maria, nel tempo, Tu che sei nato dal Padre prima di
tutti i tempi.
Sei
nato da Maria, vergine al momento del concepimento, vergine al momento del
parto, vergine al momento della morte, per insegnarci a disprezzare ogni
orgoglio basato sulla nobiltà della nostra carne o delle nostre famiglie.
Sei
nato a Betlemme, piccola città della Giudea, per dire a noi che non possiamo
esaltarci per la grandezza di nessuna città o potenza politica di questa terra.
Sei
nato povero, Tu di cui sono tutte le cose e per mezzo di cui sono state fatte
tutte le cose, perché nessun credente in Te osi insuperbirsi delle sue
ricchezze.
Hai
pianto bambino per noi, tu che sei la nostra unica vera gioia nella vita
terrena e nell’eternità, gaudio degli Angeli e dei Santi.
Sei
rimasto muto, incapace di esprimerti, Tu che sei il Verbo stesso, la Parola
eterna di Dio.
Sei
stato portato dalle braccia di Maria, Tu che porti e sorreggi tutto il mondo
creato.
Hai
succhiato da una vena di carne il latte materno, tu che nutri gli Angeli e gli
uomini, Tu che sei il nostro cibo e la nostra fonte di vita.
Hai
dormito sul seno di Maria, Tu che non dormi mai, come dice la Scrittura, perché
custodisci continuamente Israele.
Ti
vediamo vagiente, mentre vagisci come ogni neonato, Ti riconosciamo e Ti
adoriamo Onnipotente!
Possa davvero il Santo Natale essere
per noi una festa che ci invita a gioire insieme nelle nostre famiglie, ad
accogliere questo Astro divino che brilla nella notte buia della vita e della
storia e porta la gioia, Gesù Bambino, il Verbo, la Parola di Dio fatta carne, Colui
che ci comunica la sua vita!
P. Giuseppe Oddone
A. E. Nazionale AIMC
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