Via libera in Consiglio dei Ministri alle nuove regole per la formazione e il reclutamento dei docenti. Bianchi: “Percorsi chiari per chi vuole insegnare, innoviamo e diamo più qualità al sistema”. Entro il 2024 previste 70mila immissioni in ruolo
Via libera in Consiglio dei Ministri alle nuove regole per la formazione iniziale e continua e per il reclutamento dei docenti della scuola secondaria.
Percorsi
certi per chi vuole insegnare. Una definizione più chiara degli obiettivi e
delle modalità della formazione dei docenti durante tutto il loro percorso
lavorativo. Concorsi annuali per reclutare con costanza il personale, aprendo
più rapidamente le porte ai giovani. Questi i tre perni della riforma approvata
oggi dal governo, che porterà in cattedra, entro il 2024, i primi 70mila
insegnanti.
Nel
decreto-legge sul Pnrr è prevista anche la nuova Scuola di alta formazione per
dirigenti, insegnanti e personale ATA.
“Oggi
facciamo un ulteriore passo avanti per dare stabilità al sistema d’Istruzione -
sottolinea il Ministro Patrizio Bianchi -. Prevediamo un percorso chiaro e definito
per l’accesso all’insegnamento e per la formazione continua dei docenti lungo
tutto l’arco della loro vita lavorativa. Puntiamo sulla formazione come
elemento di innovazione e di maggiore qualificazione di tutto il sistema”.
Prosegue
il Ministro: “Prevediamo, poi, entro il 2024, 70.000 immissioni in ruolo,
attraverso concorsi che saranno banditi con cadenza annuale. Gli insegnanti
sono il perno dei nostri istituti e devono avere un quadro strutturato di
inserimento, il giusto riconoscimento professionale e strumenti che consentano
un aggiornamento costante, indispensabile per svolgere il loro compito di guida
delle nuove generazioni. Al centro di questa riforma c’è un’idea precisa di una
scuola aperta e inclusiva, che stiamo costruendo con le risorse del PNRR a
disposizione e con il dialogo con tutti gli attori coinvolti”.
La
formazione iniziale e l’abilitazione
Si
definiscono le modalità di formazione iniziale, abilitazione e accesso
all’insegnamento nella scuola secondaria.
Sono
previsti:
Un
percorso universitario abilitante di formazione iniziale (corrispondente ad
almeno 60 crediti formativi), con prova finale
Un
concorso pubblico nazionale con cadenza annuale
Un
periodo di prova in servizio di un anno con valutazione conclusiva
Il
percorso di formazione abilitante si potrà svolgere dopo la laurea oppure
durante il percorso formativo in aggiunta ai crediti necessari per il
conseguimento del proprio titolo. È previsto un periodo di tirocinio nelle
scuole. Nella prova finale è compresa una lezione simulata, per testare, oltre
alla conoscenza dei contenuti disciplinari, la capacità di insegnamento.
L’abilitazione
consentirà l’accesso ai concorsi, che avranno cadenza annuale per la copertura
delle cattedre vacanti e per velocizzare l’immissione in ruolo di chi vuole
insegnare. I vincitori del concorso saranno assunti con un periodo di prova di
un anno, che si concluderà con una valutazione tesa ad accertare anche le
competenze didattiche acquisite dal docente. In caso di esito positivo, ci sarà
l’immissione in ruolo.
In
attesa che il nuovo sistema vada a regime, per coloro che già insegnano da
almeno 3 anni nella scuola statale è previsto l’accesso diretto al concorso. I
vincitori dovranno poi conseguire 30 crediti universitari e svolgere la prova
di abilitazione per poter passare di ruolo.
Durante
la fase transitoria, coloro che non hanno già un percorso di tre anni di
docenza alle spalle ma vogliono insegnare potranno conseguire i primi 30
crediti universitari, compreso il periodo di tirocinio, per accedere al
concorso. I vincitori completeranno successivamente gli altri 30 crediti e
faranno la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.
La
formazione continua e la Scuola nazionale
La
formazione in servizio dei docenti diventa continua e strutturata in modo da
favorire l’innovazione dei modelli didattici, anche alla luce dell’esperienza
maturata durante l’emergenza sanitaria e in linea con gli obiettivi di sviluppo
di una didattica innovativa previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza.
La
formazione sulle competenze digitali e sull’uso critico e responsabile degli
strumenti digitali sarà parte della formazione già obbligatoria per tutti e si
svolgerà nell’ambito dell’orario lavorativo.
Viene
poi introdotto un sistema di aggiornamento e formazione con una pianificazione
su base triennale che consentirà agli insegnanti di acquisire conoscenze e
competenze per progettare la didattica con strumenti e metodi innovativi.
Questa formazione sarà svolta in orario diverso da quello di lavoro e potrà
essere retribuita dalle scuole se comporterà un ampliamento dell’offerta
formativa. I percorsi svolti saranno anche valutati con la possibilità di
accedere, in caso di esito positivo, a un incentivo salariale.
I
percorsi di formazione continua saranno definiti dalla Scuola di alta formazione
che viene istituita con la riforma e si occuperà non solo di adottare
specifiche linee di indirizzo in materia, ma anche di accreditare e verificare
le strutture che dovranno erogare i corsi, per garantirne la massima qualità.
La Scuola, che fa parte delle riforme del Pnrr, si occuperà anche dei percorsi
di formazione di dirigenti e personale Ausiliario, Tecnico e Amministrativo.
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