Quella «fantasia» che ci fa intuire la medesima umanità
in ogni
«differenza umana»
Riportiamo un brano dall'ultimo libro della filosofa
americana MARTHA NUSSBAUM
La fantasia è di importanza
vitale. Una Costituzione è solo un pezzo di carta con sopra tante
parole. Ciò che la rende viva nella vita di un giovane è la capacità
di immaginare la diversità e di vedere la stessa umanità in tante forme
strane e sconosciute. L’umanità di un altro essere umano è una cosa
facile da negare, e ancora più facile è negare l’uguaglianza, la 'pari
umanità'. Quando ci troviamo davanti a qualcuno il cui aspetto è strano o
fuori dall’ordinario, cosa ci permette di capire che quelle forme sono
quelle di un vero e proprio essere umano uguale a noi, piuttosto che
quelle di un membro di un gruppo primitivo inferiore, o di una tribù di
incivili senza Dio o addirittura di un robot senza vita? Come Roger
Williams scrive in una sua poesia, l’orgoglio ci porta facilmente a
essere avari con le nostre attribuzioni di umanità, mentre ci vuole la
vera e propria immaginazione per vedere sotto lo strano abito
dell’indiano i costumi e la lingua di una persona uguale a noi stessi.
Non molto tempo fa una grande percentuale di americani pensava che gli afroa-
mericani fossero una razza inferiore. Le persone con una vasta gamma di
disabilità sono ancora trattate come inferiori ogni giorno. Un volto e
forma umanoide non sembrano sufficienti a garantire la presenza,
all’interno di quel corpo, di un’anima umana di pari dignità, non fino a
quando le persone trovano conveniente evitare di attribuire pari
umanità. Questa tendenza a negarla, può essere superata se si impara a
immaginare la presenza dell’umanità nell’altro. Ma le persone non
coltivano abbastanza la loro immaginazione. Spesso semplicemente non
sono in grado di immaginare che quella forma di vita di fronte a loro
ha una vita interiore simile alla propria. E col passare del tempo
possono arrivare a negarlo del tutto.
Il romanziere Charles Dickens suggerì che l’assenza di tale processo di
sviluppo dell’immaginazione fosse un fattore centrale nel trattamento
insensibile dei poveri del suo tempo: la gente aveva imparato a vederli
come fattori, componenti delle formule economiche, non più come
individui distinti l’uno dall’altro ma come una «folla che si spostava
avanti e indietro dai propri nidi come formiche o scarafaggi ». C’era,
quindi, da meravigliarsi che gli industriali e i politici trattassero i lavoratori come ingranaggi di una macchina, piuttosto che come esseri umani con mente e cuore?
Educare l’immaginazione alla differenza, sviluppare la fantasia che ci
permette di vedere la stessa umanità dietro a un aspetto differente, è
un compito molto importante della formazione primaria. I bambini
acquisiscono queste capacità facilmente, non appena iniziano a parlare,
se non prima. Nel momento in cui riescono a porre la domanda, «Brilla
brilla stellina, mi domando cosa tu sia», entrano nel regno della
fantasia, e questo regno cresce, per tutta l’infanzia, grazie a storie
di tutti i tipi. Col passare del tempo, le storie diventano sempre più
sofisticate, e i bambini imparano a mettersi nei panni di persone
buone e cattive, bianche e nere, vecchie e giovani. Le differenze
etniche, religiose e nazionali esercitano spesso una particolare
attrazione per i bambini che sono curiosi del mondo in cui vivono, e
molti tra i migliori libri per l’infanzia si concentrano su queste
differenze. È prassi assolutamente standard per gli educatori,
sviluppare l’attenzione per la differenza in modo che i bambini la
impieghino per guardare le tante realtà diverse che una nazione
contiene.
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