PERCHÉ' SI EDUCA SOLO L'ESSERE UMANO?
di Giuseppe Mari
Il
titolo del Convegno ecclesiale di Firenze – In Cristo il nuovo umanesimo – è
particolarmente adatto per ispirare una riflessione in merito a che cosa sia
l'educazione, con una specifica considerazione dell'educazione cristiana.
Da
parte mia, intendo offrire un contributo che avanza per cerchi concentrici, a
partire dal riconoscimento del nesso originario e inscindibile esistente tra
antropologia ed educazione per giungere alla focalizzazione del contributo
dell'IRC passando attraverso la identificazione di ciò che rende tipico l'atto
educativo, del nesso umanesimo-cristianesimo e della sfida implicata nella
modernità. Lo scopo è alimentare la fondata speranza che, di fronte
all'innegabile difficoltà di educare oggi e di educare alla fede in
particolare, si può comunque praticare un'azione educativa intenzionale e
fattiva.
È
interessante notare che associamo l'educazione al solo essere umano il quale
certamente viene anche allevato ed addestrato, ma – con altrettanta certezza –
riteniamo comunemente che le ultime due azioni siano tipiche dell'animale, non
dell'uomo. La ragione è la seguente.
Allevamento e addestramento, pur essendo forme
utili e apprezzabili di cura della persona, non identificano in senso proprio
l'educazione perché restituiscono un'azione – parzialmente almeno –
impersonale. Infatti, allevare significa soddisfare i bisogni primari, quelli
correlati alla sopravvivenza, ma – appunto – si tratta di un'azione che
restituisce l'impersonalità dell'esistenza animale in quanto tutti i viventi
praticano l'allevamento: l'uomo lo sa svolgere in forme più complesse
(pensiamo, ad esempio, alla puericultura), ma non fino al punto di non
riconoscervi l'essenziale – comune ad ogni forma animale – ossia la
soddisfazione del bisogno.
Le
cose diventano più complesse, quando si fa attenzione all'addestramento.
Infatti addestrare significa trasmettere competenze ossia saperi strumentali,
il cui apprendimento può comportare anche fatica e stimolare un'acquisizione
originale. Dove sta, in questo caso, l'"impersonalità"? …..
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