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martedì 1 marzo 2016

DALL'ANTROPOLOGIA ALL'EDUCAZIONE -

PERCHÉ' SI EDUCA SOLO L'ESSERE UMANO?

                                                                   di Giuseppe Mari

Il titolo del Convegno ecclesiale di Firenze – In Cristo il nuovo umanesimo – è particolarmente adatto per ispirare una riflessione in merito a che cosa sia l'educazione, con una specifica considerazione dell'educazione cristiana.
            Da parte mia, intendo offrire un contributo che avanza per cerchi concentrici, a partire dal riconoscimento del nesso originario e inscindibile esistente tra antropologia ed educazione per giungere alla focalizzazione del contributo dell'IRC passando attraverso la identificazione di ciò che rende tipico l'atto educativo, del nesso umanesimo-cristianesimo e della sfida implicata nella modernità. Lo scopo è alimentare la fondata speranza che, di fronte all'innegabile difficoltà di educare oggi e di educare alla fede in particolare, si può comunque praticare un'azione educativa intenzionale e fattiva.
            È interessante notare che associamo l'educazione al solo essere umano il quale certamente viene anche allevato ed addestrato, ma – con altrettanta certezza – riteniamo comunemente che le ultime due azioni siano tipiche dell'animale, non dell'uomo. La ragione è la seguente.
 Allevamento e addestramento, pur essendo forme utili e apprezzabili di cura della persona, non identificano in senso proprio l'educazione perché restituiscono un'azione – parzialmente almeno – impersonale. Infatti, allevare significa soddisfare i bisogni primari, quelli correlati alla sopravvivenza, ma – appunto – si tratta di un'azione che restituisce l'impersonalità dell'esistenza animale in quanto tutti i viventi praticano l'allevamento: l'uomo lo sa svolgere in forme più complesse (pensiamo, ad esempio, alla puericultura), ma non fino al punto di non riconoscervi l'essenziale – comune ad ogni forma animale – ossia la soddisfazione del bisogno.
            Le cose diventano più complesse, quando si fa attenzione all'addestramento. Infatti addestrare significa trasmettere competenze ossia saperi strumentali, il cui apprendimento può comportare anche fatica e stimolare un'acquisizione originale. Dove sta, in questo caso, l'"impersonalità"? …..



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