martedì 6 settembre 2022

OCCHI, POSTURA E COMPUTER

Occhi e postura, 

messa a dura prova 

da Dad e Smart working

 - di Matteo Coffaro*

Tra le tante conseguenze della pandemia Covid-19, non possiamo non menzionare la didattica a distanza ovvero la tanto discussa Dad come anche lo smart-working che comportano un maggiore uso del computer, uno stress della postura, un lavoro maggiore degli occhi e l’esposizione alla luce blu. La luce blu rappresenta la parte ad alta energia dello spettro della luce visibile (quella che permette di vedere i colori), avente una lunghezza d’onda compresa tra 380 e 500 nm. È infatti anche indicata come “luce visibile ad alta energia” (Hev). Essa è particolarmente dannosa tra i 390 e 470 nm (luce blu-viola) mentre tra 470 e 500 nm (luce blu-turchese) regola il ciclo sonno-veglia. Oltre alla radiazione solare, esistono diverse fonti di luce blu artificiali come le nuove lampade a led e fluorescenze progettate per risparmiare e per migliorare la nostra vita, ma che emettono una quantità di luce blu maggiore rispetto alle tradizionali lampadine o come gli schermi di computer, tablet e smartphone. Ne consegue che gli occhi sono sempre più esposti alla luce blu con conseguenze negative per la salute. La luce che raggiunge l’occhio umano è suddivisa in spettro visibile (tra i 380 nm e i 780 nm) e spettro non visibile (che include i raggi UV e gli infrarossi.

I raggi UV sono assorbiti dalla cornea e dal cristallino, mentre la luce blu penetra il cristallino raggiungendo la retina. Entrambi con il tempo possono provocare danni, anche irreversibili, alle strutture oculari. La luce blu può aumentare il rischio di problematiche retiniche e della superficie oculare. È noto che l’esposizione prolungata alle radiazioni all’aperto (sia alla luce visibile che a quella non visibile) può provocare danni ai tessuti oculari, sia anteriori che posteriori. La luce blu è fonte di stress ossidativo sulla pigmentazione della retina, inibisce la secrezione di melatonina (alterando il normale ritmo sonno-veglia) e affatica la vista. La luce blu rappresenta un fattore di rischio associabile alla degenerazione maculare legata all’età (DMLE), ma recentemente è stato visto che può avere effetti negativi anche a livello della superficie oculare, in quanto determina un danno ossidativo, che si manifesta con un aumento di secchezza oculare e di infiammazione. Desidero ricordare una campagna di sensibilizzazione che ho avuto il piacere di avviare nelle scuole palermitane ma che purtroppo è stata interrotta proprio dalla pandemia. Il progetto “Skin Save : prevenzione dei rischi per l’eccessiva esposizione ai raggi UV, finanziato dall’Asp di Palermo e come partner Aris (Associazione dei retinopatici e ipovedenti siciliani) e Aps (Movimento per la salute dei giovani). Gli attori coinvolti sono un dermatologo, un pediatra, un oculista , un ortottista e un nutrizionista. Le finalità? sensibilizzare la popolazione grazie anche ad interventi di informazione e formazione sui rischi legati all’eccessiva esposizione ai raggi Uv.

 Dopo oltre due ore di esposizione al pc si possono presentare a causa di quanto detto cefalea, dolore al collo, alle spalle, occhi irritati e arrossati, irritabilità. Esistono in commercio occhiali provvisti di lenti antiriflesso che possono filtrare la luce blu dannosa. Essi lasciano passare tutta la luce “benefica” preservando la trasparenza della visione. Questa tecnologia può minimizzare anche gli effetti negativi della luce blu sul ritmo sonno-veglia, favorendo un miglior riposo notturno. Queste lenti ad elevata selettività potrebbero aiutare a prevenire la comparsa di Dmle (degenerazione maculare legata all’età). Esistono dei filtri chimici (crocina), presenti in collirio, che assorbono selettivamente la luce blu, contrastandone gli effetti dannosi. L’istillazione di questo collirio dovrebbe consentire anche di controllare i segni e sintomi oculari come arrossamento dell’occhio, irritazione, bruciore, sensazione di corpo estraneo.

LA POSTURA


Mantenere una postura scorretta al computer può provocare disturbi di natura diversa, più o meno seri. I più comuni sono il mal di schiena, la cervicalgia, i dolori al gomito e alle spalle, i disturbi al collo, all’avambraccio e alle mani. La postura assunta dalla testa, dal collo e dai polsi è tale da aumentare i danni potenziali a queste stesse aree. La flessione del collo in avanti e verso il basso, risulta ecccessiva scaturendo la sindrome del “text neck“ . Questo termine è stato coniato dal Dott. Dean L. Fishman nel 2008 e consiste in una sequela di sintomi generati dal guardare il display dei dispositivi elettronici per un tempo prolungato che provocano a sua volta posizioni scorrette che si ripercuotono su tutta la colonna vertebrale. Oltre alla compromissione muscolare, in tal caso, si determina e viene indotta una degenerazione dei dischi intervertebrali, con perdita della fisiologia curva del tratto cervicale della colonna, rigidità muscolare, algie al collo, alla testa ,alle spalle e alle mani. Quindi per una postura corretta, ricordiamo che lo schermo non deve essere troppo vicino ma ad una distanza di circa 50-70 cm dagli occhi; inoltre il PC dovrebbe essere sempre centrale e non spostato di lato in modo da evitare un sovraccarico a livello cervicale Le spalle e le braccia devono essere in una posizione rilassata con il gomito appoggiato sui braccioli della sedia o con l’avambraccio appoggiato sulla scrivania. La schiena deve essere diritta e appoggiata allo schienale. Può essere utile in qualche caso utilizzare un cuscino di supporto a livello della colonna lombare per mantenerla in una posizione neutra. Le ginocchia flesse di 90° cosi come i piedi ben appoggiati per terra.

 * Ortottista – Giornale Sanità

 Bibliografia

Agliata G. Post Covid -19: Riabilitazione respiratoria e posturale 2M EDIZIONI

 

 

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