IL RAPPORTO
In Italia i livelli di competenza in lettura e matematica sono inferiori rispetto agli studenti che si proiettano ad altri lavori
Il sistema scolastico italiano è ingiusto: egualitario sulla carta ma nei fatti non rimedia le differenze di partenza legate al contesto familiare e sociale, anzi, le rinforza. Secondo il rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), non tutti gli studenti hanno parti accesso a un insegnamento di alta qualità e che questa disuguaglianza spiega la gran parte dei divari di apprendimento.
Nella metà dei 69 paesi ed economie esaminati, gli insegnanti delle scuole con studenti più svantaggiati, tendono ad avere qualifiche inferiori rispetto ai docenti degli istituti più avvantaggiati. Inoltre nei sistemi educativi come Francia, Italia, Paesi Bassi e Stati Uniti, il divario nel rendimento degli studenti – in relazione allo status socio-economico – tende ad essere più ampio in paesi come Canada, Finlandia, Giappone e Corea dove le qualifiche sono più equilibrate tra le scuole.
Proprio per quanto riguarda gli studenti, quelli italiani che aspirano a diventare insegnanti sono meno preparati rispetto a chi punta a professioni come medico, ingegnere e notaio. I dati si riferiscono al 2015, in Italia il 3% degli alunni diceva di voler diventare un insegnante (tra le ragazze la percentuale è del 5% e tra i ragazzi solo l’1%). In Italia, secondo l’ultimo rapporto, i livelli di competenza in lettura e matematica sono inferiori rispetto ad altri studenti che si proiettano verso lavori che richiedono una qualifica universitaria.
Secondo Francesco Avvisati, analista dell’Ocse, “nei paesi dove le scuole hanno i migliori risultati alle indagini internazionali, la formazione degli insegnanti avviene lungo tutto l’arco della loro carriera, è fortemente orientata alla pratica, presidi e insegnanti osservano le lezioni dei colleghi per migliorare il proprio insegnamento”.
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