sabato 8 marzo 2025

IL PUBBLICANO

 


 Vangelo - Lc 5 27-32

 

Commento di Piotr Zygulski

  

Non per i giusti, ma per i peccatori; non per i sani, ma per i malati. 

E potremmo aggiungere: non per i “normali”, ma per i cosiddetti “diversi”; non per i praticanti che vanno in chiesa, ma per i non praticanti che non ci vanno; non per i cittadini, ma per gli stranieri; non per chi è a posto, ma per chi parrebbe fuori posto; non per chi fa la comunione, ma per gli scomunicati; non per gli interni, ma per gli esterni; non per gli ordinati, ma per i disordinati. 

Gesù è venuto principalmente per loro.

Talvolta si fa presto a dire che, in fondo, siamo un po’ tutti malati, peccatori, acciaccati; e, beandoci di questo, confortati dalla onnipresenza di Dio, dimentichiamo chi è veramente lasciato fuori, magari per nostra colpa. 

Ecco chi è prioritario: chi è escluso, non chi è già incluso.

Chi segue Gesù vive le periferie, le marginalità, le frontiere. Non è un optional, una moda di ricchi filantropi né un vezzo fricchettone: stare sulle soglie è la missione stessa del cristiano.

Ciò senza nulla togliere alle nostre più o meno grandi manchevolezze, e senza nemmeno guardare gli altri dall’alto verso il basso; tutt’altro: Gesù stesso si è fatto peccato, elevato in croce, dove è morto, senza respiro, martoriato dalla violenza umana, del potere politico e religioso.

Nella vittima – hostia – lo riconosciamo, per quanto essa possa gridare o essere ormai senza più voce. E ogni autentico incontro con ogni sofferente ci umanizza: ci evangelizza.

Fonte

 

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