sabato 7 ottobre 2023

CUSTODIRE IL CREATO


 La conservazione del Creato

 è un compito che riguarda anche la scuola

A pochi giorni dall’esortazione Laudate Deum e a 60 anni dal Vajont, un richiamo alla responsabilità

-AgeSC


C’è un sottile filo rosso che, a nostro modo di vedere, lega insieme queste due date ed è quello della salvaguardia del mondo in cui viviamo e della dignità dell’uomo stesso che di questo mondo è parte integrante e non padrone e dominatore. Non è un caso che negli ultimi tempi la sensibilità riguardo a queste problematiche, agli stili di vita, sia cresciuta in particolare nei giovani ed abbia sempre più trovato spazio e attualizzazione nella scuola.

 È questo il senso del ricordo e del fare memoria così come lo abbiamo sempre inteso e così come si vive anche in questi giorni relativamente ad un evento che ha segnato profondamente la coscienza del nostro paese come appunto il disastro del Vajont. Memoria ed educazione in questo caso si fondono assieme, camminano insieme, come dimostra concretamente anche l’iniziativa di un istituto paritario veneto che vede in questi giorni i propri studenti protagonisti di eventi tesi non solo al ricordo di quanto accaduto ma soprattutto a far sì che la storia diventi realmente maestra di vita, occasione di cambiamenti positivi.

 Il progetto Vajont, per non dimenticare, che il Comitato d’Istituto Agesc Astori, in collaborazione con il Collegio Salesiano Astori, e l’Associazione culturale Tina Merlin di Belluno hanno realizzato, in occasione del 60° anniversario dalla tragedia del 9 ottobre 1963, nasce proprio in questo contesto di prolungamento della memoria collettiva attraverso i giovani e con i giovani studenti.

 Educare le nuove generazioni al valore della memoria, al rispetto dell’ambiente e alla capacità di discernere criticamente tra le varie fonti d’informazione sono obiettivi che come genitori, come Agesc in questo caso, sentiamo indispensabili in questo momento storico in cui siamo chiamati tutti a fare la nostra parte per questo mondo che ci è stato dato di abitare, non di possedere.

 Se da un lato questa considerazione sta divenendo sempre più condivisa dall’altro stiamo assistendo ad un aumento e ad un moltiplicarsi di disastri ambientali dove sembra che poco o nulla l’uomo impari da quanto è successo. I fatti recenti dell’Emilia, per rimanere in Italia, ma non solo, sono lì come un macigno a ricordarci come il tempo che passa ha bisogno di una forte e reale inversione di rotta. Aumentare nelle coscienze, in particolare delle giovani generazioni ma non solo, la consapevolezza del fatto che non possiamo fare finta che questo non dipenda anche da noi diventa un’azione obbligata.

 Lo scrive anche papa Francesco in uno dei passaggi della sua Laudate Domine: « La decadenza etica del potere reale – afferma il Papa – è mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi». Ciò che conta, scrive ancora Francesco, è ricordare che « non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali... e non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti nelle persone».

 Come Agesc siamo convinti che la scuola possa fare molto e già stia facendo quasi l’impossibile, considerata la solitudine nella quale si trova. La scuola è il luogo privilegiato per un apprendimento che nella società della conoscenza non può ridursi a mero apprendimento di dati. La crescita culturale oggi deve procedere di pari passo con la maturazione etica, senza la quale non possono formarsi cittadini competenti e responsabili. A noi tutti spetta dunque ridare slancio a un’azione di squadra «sulla strada della cura reciproca», impegno al quale ci richiama Francesco, nella consapevolezza che il tempo che ci è dato non è senza limiti.

 www.avvenire.it

 

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