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sabato 23 gennaio 2021

NARCISISMO. UN BEL GUAIO !

    
       Stop al virus del narcisismo. 

Una vera urgenza per politica e società

 

-         di Leonardo Becchetti

                 

L’Italia ha vissuto il dramma del fascismo, ha evitato il pericolo di dittature comuniste, è sfuggita alle sirene del populismo e del sovranismo anti-comunitario – alimentate soprattutto da chi oggi lamenta preventivamente e paradossalmente il rischio (reale e da scongiurare) di non riuscire ad usare 'i soldi dell’Europa e della Bce' – sta affrontando con coraggio e determinazione la piaga della pandemia. Ma ora si trova improvvisamente di fronte alla prova di un nuovo terribile flagello, un virus rispetto al quale nessuno di noi può dirsi del tutto immune e che tutti dobbiamo combattere innanzitutto in noi stessi: il narcisismo.

Il narcisismo nasce dalla legittima e umanissima aspirazione ad avere riconoscimento e attenzione. Diventa però patologia socialmente distruttiva quando l’io vuole dominare sulla squadra e alimenta invidie e gelosie tali da distruggere relazioni e far naufragare il lavoro d’insieme.
La nuova agorà digitale in cui tutti viviamo ci offre opportunità precedentemente mai viste per comunicare, scambiarci emozioni e conoscenze, ma è anche, se utilizzata male, un potente veicolo che alimenta le pulsioni narcisiste. Dal narcisista non potete aspettarvi coerenze su temi e comportamenti perché la coerenza sta invece nel fare qualcosa che in un dato momento può riportare su di sé l’attenzione, curando un difetto di attenzione stessa. E se per attirare l’attenzione bisogna dire e fare il contrario di quello che si è detto e fatto in passato, lo si dirà e lo si farà. Dal narcisista più che coerenza nei temi e negli argomenti nel tempo dobbiamo aspettarci coerenza nel combattere chi gli fa ombra e chi concentra altrove e altrimenti l’attenzione.
Il narcisismo che alimenta invidie e gelosie e arriva a distruggere il lavoro di squadra può generare effetti devastanti nella vita sociale, economica e politica del Paese. Come possiamo, prima di tutto dentro di noi, combattere questa nuova malattia? Innanzitutto, avendo l’umiltà di non pensare di essere depositari di verità e abilità superiori alla somma di verità e abilità detenute da tutti gli altri. In secondo luogo, rafforzando i legami di squadra, quelli fiduciari tra i componenti e riducendo lo spazio di protagonismi individuali in ogni contesto in cui si è chiamati ad agire, mettendo in primo piano nell’azione il bene comune, il bene del Paese.

Tutta la classe politica in questo difficilissimo momento per il Paese ha il dovere di combattere questo terribile virus per il quale non c’è vaccino e la cui unica cura è la vigilanza individuale e collettiva.

Lo chiedono e lo esigono i sacrifici, le fatiche, le ferite e le legittime attese dei cittadini, lo impone la realtà di un Paese che arriva duramente provato a questa fase difficile della sua storia che, però, potrà essere un nuovo inizio se sapremo concentrare tutte le nostre forze sull’efficienza nella distribuzione dei vaccini e nella cura dei contagiati per porre fine il prima possibile alla pandemia e sulla realizzazione della più grande occasione di investimento sul futuro della storia recente del nostro Paese, il Next Generation Eu concertato e finanziato in sede di Unione Europea.

Lo chiedono anche i nostri partner europei, che assistono allibiti a quanto sta accedendo a Roma dopo aver reso l’Italia principale beneficiario delle politiche straordinarie di gestione del debito pubblico dei Paesi membri da parte della Banca centrale europea e dei fondi a disposizione per il Next Generation Eu. Noi cittadini meritiamo uno sforzo in questa direzione dei nostri politici, ma spetta anche a noi fare la nostra parte e dare il 'là' a una fase nuova con forme di partecipazione, comunicazione e interazione nello spazio digitale più costruttive e meno narcisistiche.

Mettiamo tutti al centro nel perseguimento e nella realizzazione dei giusti obiettivi comuni la forza che ha la squadra, con le sue competenze complementari e con le sue diversità che possono comporre e arricchire il quadro finale. E iniziamo tutti – cittadini, forze sociali, classe politica – a smetterla di pensare che il problema sia sempre qualcun altro; perché il primo problema, quando parliamo del virus del narcisismo, inizia da noi, dal mancato riconoscimento dei nostri limiti personali e del valore del contributo dei compagni di squadra.

 www.avvenire.it


 

 

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