lunedì 24 marzo 2014

LIVIO AGOSTINI E' TORNATO ALLA CASA DEL PADRE


 "... e se un giorno me ne andassi, sappi che vivo nella quiete del tuo cuore".

Ciao Livio

Ho pensato di cominciare a salutarti nello stesso modo con cui ho salutato Beppe un paio di anni fa: te ne sei andato proprio il giorno di S. Giuseppe e quando l’ho saputo ho pensato alla vostra collaborazione e alla vostra amicizia.
Ho avuto la notizia della tua morte quando ero a scuola a Ponte Crencano: il ricordo è andato a quando ero bambino e arrivava in classe il “Barbarossa”, come noi ti chiamavamo. Oggi sono ancora lì a cercare di portare avanti quello che tu, insieme a tanti altri amici, mi hai insegnato.
Ci hai lasciato il giorno della festa del papà e tu sei stato padre per i tuoi figli e in qualche modo lo sei stato per tanti maestri e direttori didattici.
Mentre comunicavo la notizia agli amici dell’Aimc nazionale e ragionale, ho scritto che sei stato uno dei nostri condottieri ma poi ho voluto cercare qualcosa che ti distinguesse.
E ho pensato che sei stato condottiero in modo “artistico”, nel modo di colui che guarda le cose, la materia, e dentro ci vede qualcosa che poi riesce a far venire fuori.
Chi ti conosce sa che hai amato e praticato l’arte, la fotografia, la pittura, la scultura, il lavoro manuale, hai usato la cartapesta e hai voluto che i tuoi figli amassero e praticassero la musica.
Sul piano professionale hai praticato l’arte della didattica, non tanto perché l’hai esercitata ma perché hai aiutato altri a farlo.
Sei stato uomo del tuo tempo, lo hai valorizzato e per alcuni aspetti hai anticipato il futuro. Con il tuo guardare oltre sei stato promotore e riferimento per diversi aspetti del lavoro d’aula: la TV a scuola, gli audiovisivi, l’animazione teatrale, la scuola materna, la matematica, il lavoro di gruppo, la comunicazione interpersonale, le prove oggettive.
Con il tuo aspetto, la barba rossa e gli occhi vispi, e con il tuo modo di fare, a volte “fuori dalle righe”, hai saputo attirare e valorizzare altri. Hai lasciato pochi segni scritti, sei stato poco scrittore, ma hai scritto nel cuore di tanti insegnanti e direttori didattici che ancora ti sono riconoscenti.
Sei stato artista anche nel tuo staccarti dalla scuola e dall’associazione. “Prima che ti mettano da parte, è meglio mettersi da parte!”, mi dicevi quando cercavo di tenerti con noi.
Il tuo ritirarti, il tuo chiuderti in te stesso ha sorpreso molti.
Noi che abbiamo continuato a frequentarti abbiamo potuto godere delle tue introspezioni e delle tue riflessioni che ci esprimevi quando venivamo a trovarti e che vedevamo nei tuoi quadri e nelle tue sculture.
Quando, poi, la malattia ti ha impedito la comunicazione verbale ed artistica, hai usato il tuo sguardo “birichino” e l’intensità della tua stretta di mano e del tuo abbraccio.
Con te, Livio, un altro pezzo di storia dell’Aimc e della scuola se ne va.
E noi, cerchiamo di essere buoni allievi e proviamo a continuare il nostro impegno di “artisti dell’educazione”.
Grazie a te, Livio, anche a nome degli amici dell’Aimc e della scuola veronese e nazionale, grazie a Rita e ai tuoi figli che ti hanno permesso di essere con noi e grazie al Signore della vita, che oggi lodiamo e benediciamo, perché ha manifestato in te il suo amore.

 Antonio e l’Aimc veronese e veneta
22.3.2014


UN SALUTO A LIVIO AGOSTINI
La lista comincia ad essere dolorosamente lunga: dopo Maria Badaloni, Carlo Buzzi, Pina De Maio, Consiglio De Simone, Maria Russo, Luigi Borghi, Tilde Parente, Rita Ludovico, Armando Covarelli, Sandro Zanin, Lorenzo Cultreri, Piero Pasotti,  Cesare Scurati ora è arrivato il turno anche di Livio Agostini da Verona.
Una molto garbata e-mail di Antonio Rocca mi ha informato del triste evento, ricordando, con particolare sensibilità, che ad ogni nostro incontro in sede associativa puntuale era  la mia richiesta di notizie sul conto dell’amico Livio.
Negli ultimi tempi il riscontro da parte di Antonio risultava sempre più mesto, malinconico, accompagnato da un’essenziale considerazione sul graduale, invasivo spegnimento di quella visione intellettuale chiara e distinta che costituiva forse la qualità più eccelsa del collega ed amico veronese.
Il rapporto mio con Livio fu segnato, in primo luogo, da un profondo sentimento di stima nei suoi riguardi. Ero interessato al suo modo di argomentare così logico, così lineare, sempre molto puntuale nell’analisi dei problemi e delle situazioni storico – culturali che motivavano le scelte di politica scolastica che in quel tempo si andavano compiendo nel Paese.
A lui piaceva di me quella che definiva la passione mediterranea nell’esporre il contesto storico- antropologico in cui andavano a collocarsi le carenze e le sofferenze del Mezzogiorno d’Italia. Mi riconosceva anche l’onestà intellettuale della severa autocritica ma anche dell’inflessibilità nella denuncia delle responsabilità della classe politica sulle oggettive difficoltà della scuola meridionale.
Una volta, per sottolineare la lunghezza di un mio intervento in consiglio nazionale, mi omaggiò, al termine della comunicazione, di una simpatica caricatura della mia persona con la scritta ‘ insomma’ con tanto di punto esclamativo finale.
Ricordo ancora che, inserito quale relatore in un corso di formazione per giovani maestri in svolgimento lungo la penisola sorrentina, arrivò lì col camper animato dalla vivace e tanto amata sua famiglia.
In didattica fu un anticipatore delle più avanzate teorie,  affrontate ed analizzate sempre con spiccato senso critico e col nutrimento della  ricca e variegata esperienza maturata in aula.
Ricordarlo ai quadri associativi, impegnati sul campo nelle differenziate realtà del  territorio nazionale, significa manifestare nei riguardi del compianto Livio un dovuto atto di gratitudine. A quanti sono interessati alla storia dell’Associazione si tratta di recuperare  un’intelligenza vivace e critica, consolidatasi in una stagione fertile di  proposte significative per l’AIMC e per la stessa scuola italiana.

Ambrogio Ietto
Aimc Salerno

21.3.2014

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