sabato 11 febbraio 2023

DALLA LEGGE ALLA PERSONA

Le tre leve
 su cui agire 
per il sogno del Padre

Dal Vangelo secondo Matteo 

(5, 20-22a.27-28.33-34a.37)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Commento di p.  Ermes Ronchi

Vi fu detto, ma io vi dico. La dirompente novità portata da Gesù non è rifare un codice, ma il coraggio del cuore, il coraggio del sogno di Dio. Agendo su tre leve maestre: la violenza, il desiderio, la menzogna.

Avete inteso che fu detto… ma io vi dico. Gesù entra nel progetto di Dio non per rifare un codice, ma per avere il coraggio del sogno. E come è possibile? 

Anche Maria quel giorno lo chiese all’angelo, ma poi disse a Dio: “sia fatta la tua volontà, modellami come tenera argilla, trasformami il cuore”. E ha partorito Dio.

Gesù non è né lassista né rigorista, non è più rigido o più accondiscendente degli scribi: lui fa un’altra cosa, prende la norma e la porta avanti, la fa schiudere come un fiore, nelle due direzioni decisive: la linea del cuore e quella della persona, tornando alla sorgente. Ritorna al cuore e guariscilo, solo così potrai curare i tuoi gesti! Ritorna al cuore e custodiscilo, perché è la sorgente della vita.

Gesù porta a pienezza la legge a favore dell’interiorità. Cos’è la legge morale allora? Lo ascolti e capisci che la norma è salvaguardia della vita, custodia di ciò che ci fa crescere o diminuire in umanità.

La linea del cuore. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque alimenta rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Gesù risale alla radice pri­ma, a ciò che genera la morte o la vita. E che san Giovanni esprimerà in un’affermazione colossale: «Chi non ama suo fratello è omicida» (1Gv 3,15). Tradotto: chi non ama uccide. Non amare qualcuno è to­gliergli vita, non amare è un lento morire. Non solo: è incubazione di violenza e omicidi.

Gesù dice: se tu disprezzi e insulti l’altro tu fai spazzatura della tua vita, la butti nell’immondizia; è ben di più di un castigo, è la tua umanità che marcisce e va in fumo. Ascolti queste pagine che sono tra le più radicali del vangelo e capisci che, per paradosso, diventano le più umane, perché Gesù parla solo del cuore e della vita, e lo fa con le parole proprie della vita: custodisci il tuo cuore e non finirai nell’immondezzaio della storia.

Ma io vi dico: chiunque si adira o disprezza il fratello, è sulla linea di Caino. Gesù mostra i primi tre passi verso la morte: l’ira, l’insulto, il disprezzo, tre forme di omicidio.

Non giurate! Dal divieto del giuramento, al divieto della menzogna: se tu torni alla sorgente della vita, il tuo dire sarà inevitabilmente sì, sì; no, no. Dì la verità sempre, e non servirà giurare.

La linea della persona. Se guardi una donna per desiderarla sei già a­dultero. Non è il desiderio ad essere condannato, ma quel ‘per’, vale a dire che se ti adoperi con gesti e parole allo scopo di sedurre o manipolare l’altro, tu pecchi con­tro la grandezza e la bellezza di quel­la persona. Le rubi il so­gno di Dio e l’immagine sua, perché in quel modo immiserisci una creatura che invece è abisso e cielo, profondità e vertigine. Pecchi non contro la morale, ma contro la nobiltà, l’unicità, il divino di quella persona stessa. Lo scopo del­la legge morale, quindi, non è altro che cu­stodire, coltivare, far fiorire l’umanità della persona.

È un unico salto di qualità quello che Gesù propone, una svolta: passare dalla legge alla persona, dall’ esteriorità all’interiorità, proprio là dove nascono i grandi “per­ché” delle azioni.

Allora il Vangelo è facile, umanissimo, feli­ce, anche quando dice parole che danno le vertigini. Non aggiunge fa­tica, non cerca eroi, ma uomini e donne veri. Fiori belli che sbocceranno e profumeranno l’aiuola dove la vita li ha seminati.

p. Ermes Ronchi  - Avvenire

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