sabato 9 gennaio 2016

AIUTARSI A COMPRENDERE


Aiutarsi  a comprendere

  di don Giulio Cirignano *

Come mai accanto al grande entusiasmo  verso Papa Francesco notiamo zone di incomprensione? Grande letizia e caparbia indifferenza: ambedue i fenomeni meritano di essere esaminati attentamente. Ambedue osservati con rispetto e carità. Soprattutto il secondo, per fortuna non molto esteso, va compreso nelle sue motivazioni. Dobbiamo dare per scontata la buona intenzione, almeno in linea generale.
Forse la ragione fondamentale di tutto ciò va individuata nella convinzione che la comunità ecclesiale, così com’è, da molti viene pensata come la migliore possibile. Idea strana soprattutto se si tiene presente che il Concilio Vaticano Secondo, cinquanta anni orsono, aveva chiuso in maniera solenne una lunga stagione, durata ben quattro secoli, e aveva dato inizio a nuove prospettive di vita ecclesiale.
 Come mai si è continuato, soprattutto in Italia e, paradossalmente in nome del Concilio, a conservare  una immagine di Chiesa  per molti aspetti superata? La risposta pare semplice: la cultura ecclesiale della Controriforma ha radici profonde. Alcune sue connotazioni sembrano ovvie e non suscettibili di revisione: verticismo istituzionale,  affermazione di principi morali non corredata da adeguata attenzione alla realtà  , pomposità di gesti  autocelebrativi, devozionalismo esasperato.  Una Chiesa del  fare piuttosto che dell’essere, una Chiesa del contare, una Chiesa   sempre desiderosa di attaccare nuovi nemici, una Chiesa forte e capace di battere i pugni sul tavolo per ottenere attenzione e considerazione dai poteri mondani, una Chiesa “televisiva”, circondata da zelanti propagandisti della sua grandezza, una Chiesa  oggetto di inutile  adulazione.
Dobbiamo riconoscere che l’ultimo Concilio ........


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