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di Enrico Lenzi
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E
se invece di “emergenza educativa” dovessimo parlare di “emergenze”?. In realtà
non si tratta di un moltiplicarsi di problemi, ma di un approccio più esteso e
analitico della situazione che esiste dietro queste due parole. A porsi la
questione è l’annuale Rapporto sulla scuola cattolica, realizzato dal Centro
studi della scuola cattolica (Cssc), giunto alla sua ventiseiesima edizione, e
che sarà presentato online questa mattina nell’ambito della XVII Giornata
pedagogica della scuola cattolica a Roma. Se il punto di partenza rimane
l’allarme che Benedetto XVI_lanciò nel 2008 parlando per la prima volta
espressamente di una «emergenza educativa», spiega nella sua introduzione il
vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’educazione
cattolica, la scuola e l’università, che «questo Rapporto del Cssc, declina
quell’allarme al plurale, parlando appunto di emergenze», però «non per
accentuarne il peso con la moltiplicazione dei casi ma, in un certo senso, per
agevolarne la soluzione attraverso l’analisi particolare di alcune delle tante
manifestazioni che compongono l’unica e multiforme emergenza di cui si parla». Insomma,
dall’unità alla complessità, ma per tornare poi all’unità.
Di
«sistema» è anche la crisi della famiglia, «che ha subito le maggiori
trasformazioni, sicuramente più della scuola». E tra i punti di crisi per la
famiglia vi è anche quello educativo e della libertà di scelta in questo campo,
la cui limitazione (o assenza) «è un’emergenza che ricade su tutto il sistema
educativo con effetti piuttosto gravi», come dimostra anche la fotografia che
ogni anno il Cssc fa della scuola cattolica: oggi gli alunni sono 540.690
suddivisi in 7.713 istituti, di cui 5.677 dell’infanzia, 990 primarie, 504
medie e 542 secondarie. Ma guardando all’ultimo decennio queste cifre risultano
più basse, segno di una perdita di scuole (ben 116 solo nell’ultimo anno) e
iscritti (263mila in meno rispetto a tredici anni fa) degli istituti paritari
proprio per l’impossibilità delle famiglie di mettere in campo una vera libertà
di scelta in campo educativo.
Ecco allora emergere il terzo raggruppamento, quello delle «emergenze etiche» legate alla relazione e alla responsabilità. Qui troviamo la proposta delle virtù, cioè «di un modo di essere che è conseguente a una presa di posizione rispetto all’esperienza». Ma è contemplata anche l’educazione alla difesa del Creato, alla fraternità sociale «Sarebbe sbagliato, però leggere nelle pagine di questo Rapporto l’ennesimo cahier de doléances» avverte Sergio Cicatelli, che al contempo ammette di non avere sottomano «soluzioni immediate». Ma aver cercato di individuare le varie forme in cui l’emergenza educativa si manifesta «è già un passo importante per immaginare piste di intervento».
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