FRONTIERA?
Intervista a p. Paolo Benanti
Dotato di una grande capacità comunicativa e pedagogica, p. Benanti è presente frequentemente nei media e collabora con varie istituzioni accademiche, governative e internazionali. Recentemente è stato nominato dal Segretario generale delle Nazioni Unite membro dello High-Level Advisory Body on Artificial Intelligence.
P.
Benanti ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande, e gli siamo
grati per la disponibilità dimostrata. Nelle sue risposte, ci illumina su molte
questioni che sono all’ordine del giorno e che definiranno il futuro dell’umanità.
INTELLIGENZE
ARTIFICIALI E INTELLIGENZE INCARNATE
P. Benanti, Lei è stato recentemente nominato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, membro dello «High-Level Advisory Body on Artificial Intelligence» dell’Onu. Troviamo interessante che l’unico italiano di questo gruppo sia un religioso. Vuol dire che la Chiesa italiana è più avanti nella riflessione sul tema, nel nostro Paese?
Lo sviluppo rapido e globale delle intelligenze artificiali ha colto la maggior parte delle persone di sorpresa. Questo scenario di rapido cambiamento, di fatto, è un processo interdisciplinare che interroga competenze e discipline diverse, mettendo sul tavolo numerosi fattori di crisi e nuovi stimoli.
Il primo elemento da sottolineare è proprio questo: il fatto che le intelligenze artificiali siano una grande sfida per tutti. In questo generale fronte di transizione, appartenere a una istituzione, la Chiesa, e a un Ordine, i francescani, che hanno attraversato altre grandi transizioni sociali e culturali, aiuta a intravedere nei diversi elementi di mutazione alcune istanze di continuità e altre di novità.
Penso che questa congiuntura storica, con il mutamento di tanti
elementi sinora consolidati, possa portare anche allo sviluppo di nuovi
dialoghi tra la Chiesa e il resto del mondo.
Continua:
INTELLIGENZE
ARTIFICIALI E INTELLIGENZE INCARNATE
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