in Italia
Il terzo Rapporto Ital
Communications-Censis
Il 76,5% degli italiani ritiene che le fake news siano sempre più difficili da scoprire, il 16.2% della popolazione ritiene che il riscaldamento globale non esista.
Tutti i dati.
Al
Senato è stato presentato il terzo Rapporto Ital Communications-Censis “Disinformazione
e fake news in Italia. Il sistema dell’informazione alla prova
dell’Intelligenza Artificiale”. Dalla ricerca emerge come sia cresciuta la
consapevolezza degli effetti devastanti della disinformazione, che può essere
arginata da professionisti della comunicazione accreditati come fonti
autorevoli e garanti dell’affidabilità e della qualità delle notizie. Di fronte
alle insidie che possono venire dal web e dall’utilizzo dell’Intelligenza
Artificiale, per distinguere la buona dalla cattiva informazione servono
competenze solide sulle nuove tecnologie e regolazioni più stringenti.
Cresce
il bisogno di informazione, soprattutto online
Oggi
circa 47 milioni di italiani, il 93,3% del totale, si informa abitualmente su
almeno una delle fonti disponibili, l’83,5% sul web e il 74,1% sui media
tradizionali. Sul versante opposto, sono circa 3 milioni e 300mila (il 6,7%
del totale) gli individui che hanno rinunciato ad avere un’informazione
puntuale su ciò che accade, mentre 700.000 italiani non si informano
affatto.
Le
fonti utilizzate e la rassicurante dimensione social
Il
64,3% degli italiani utilizza un mix di fonti informative, tradizionali e
online, il 9,9% si affida solo ai media tradizionali e il 19,2% (circa 10
milioni di italiani in valore assoluto) alle fonti online. Social media, blog,
forum, messaggistica istantanea sono espansioni del nostro io e del modo di
vedere il mondo: è il fenomeno delle echo chambers, cui sono
esposti tutti quelli che frequentano il web e soprattutto i più giovani, tra i
quali il 69,1% utilizza la messaggistica istantanea e il 76,6% i social media
per informarsi. Il 56,7% degli italiani è convinto che, di fronte al disordine
informativo che caratterizza il panorama attuale dell’informazione, sia
legittimo rivolgersi alle fonti informali di cui ci si fida di più.
Fake
news sempre più difficili da scoprire
Aumentano
paure e timori di non essere in grado di riconoscere disinformazione e fake
news. Il 76,5% degli italiani ritiene che le fake news siano sempre più
sofisticate e difficili da scoprire, il 20,2% crede di non avere le
competenze per riconoscerle e il 61,1% di averle solo in parte. Ma ci sono
anche i negazionisti: Il 29,7% della popolazione nega l’esistenza delle bufale
e pensa che non si debba parlare di fake news, ma di notizie vere che vengono
deliberatamente censurate dai palinsesti ufficiali che poi le fanno passare
come false.
Molta
comunicazione e tanta confusione: il caso riscaldamento globale
Il
riscaldamento globale è un argomento di cui si parla tanto e in modo confuso,
alimentando cattiva informazione, catastrofismo e persino negazionismo. Il
34,7% degli italiani è convinto che ci sia un allarmismo eccessivo sul
cambiamento climatico e il 25,5% ritiene che l’alluvione di quest’anno sia la
risposta più efficace a chi sostiene che si sta progressivamente andando verso
la desertificazione. I negazionisti, che sono convinti che il
cambiamento climatico non esista, sono il 16,2% della popolazione. Gli
individui più fragili, vale a dire i più anziani e i meno scolarizzati, sono
quelli che appaiono più confusi e meno in grado di comprendere il problema
nella sua complessità.
Intelligenza
Artificiale, rischi e potenzialità
Come
si evince dal terzo Rapporto Ital Communications-Censis, il 75,1% della
popolazione ritiene che con l’upgrading tecnologico verso l’Intelligenza
Artificiale sarà sempre più difficile controllare la qualità dell’informazione,
mentre per il 58,9% l’AI può diventare uno strumento a supporto dei
professionisti della comunicazione. Le Agenzie di comunicazione, dove lavorano
oltre 9.000 professionisti, si sono adattate ai cambiamenti che la vita
digitale ha imposto al mondo della comunicazione, ampliando le competenze di
chi ci lavora e creando nuove figure a presidio del web. Il risultato è che
nell’ultimo anno i professionisti della comunicazione sono aumentati
dell’11,3%.
“Uno
degli aspetti più importanti che emerge da questo Rapporto è che gli italiani
si stanno rendendo conto del valore delle notizie vere e del disvalore che
hanno le fake news. Prima la pandemia seguita dal conflitto russo ucraino ci
hanno fatto capire quanto sia fondamentale comunicare notizie in maniera
rigorosa e irreprensibile. Inoltre, dobbiamo lavorare affinché
l’Intelligenza Artificiale sia di supporto al lavoro umano e giornalistico ma
non diventi un sostituto”. Lo ha dichiarato Alberto Barachini, Sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria.
Per Maurizio
Gasparri, Vice Presidente del Senato della Repubblica: “I giganti del
web devono rispondere al principio democratico. Occorre far pagare le
tasse anche ai colossi del web e contrastare l’anonimato in rete. Serve,
pertanto, una regolamentazione più stringente per ostacolare e impedire il
proliferare delle fake news online”.
Secondo Roberto
Marti, Presidente della Commissione Cultura e Patrimonio Culturale,
Istruzione Pubblica del Senato della Repubblica: “I dati che emergono da
questa analisi sono allarmanti. Formazione e qualità sono due aspetti
fondamentali per garantire una corretta informazione. Il legislatore deve
normare tale materia. In tal senso, con il Rapporto di oggi state tentando di
fare una buona politica comunicativa, cioè iniziare a formare delle agenzie di
comunicazione efficienti”.
Paolo
Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della
Santa Sede, ha commentato che “occorre essere consapevoli del fatto che la
verità nella comunicazione è qualcosa che bisogna conquistare e garantire. In
un mondo dominato dall’intelligenza artificiale noi stakeholders della
comunicazione dobbiamo mettere in atto un sistema che, partendo dal basso, sia
in grado di rinegoziare le regole per salvaguardare una corretta e trasparente
informazione”.
Ivano
Gabrielli, Direttore Polizia Postale, ha evidenziato che:
“L’intervento che si può fare per ostacolare la diffusione di fake news e di
disinformazione è quello di costituire un argine. Lo strumento penale tuttavia
è limitato. Dal Rapporto emerge che gli italiani e in particolare i giovani si
rifugiano nelle piattaforme di comunicazione. È fondamentale, dunque, lavorare
sulla prevenzione al fine di far prevalere una corretta informazione per
agevolare l’opinione pubblica”.
Giuseppe
De Rita, Presidente Censis, ha sottolineato che: “Tanto
opinionismo e poca informazione generano confusione e notizie false; lo hanno
dimostrato il Covid prima, la guerra poi e oggi il riscaldamento climatico. Gli
italiani hanno bisogno di una rete di professionisti dell’informazione di cui
fidarsi, che li aiutino anche ad avere maggiore consapevolezza di come
riconoscere fonti e notizie di qualità”.
Secondo Domenico
Colotta, Founder Ital Communications: “Il terzo Rapporto Ital
Communications-Censis offre uno spunto di riflessione sull’Intelligenza
Artificiale, che rappresenta una grande opportunità per il futuro, in tutti i
campi. Occorre tuttavia che, nel contrasto alle fake news, le sue potenzialità
vengano sfruttate unitamente alle abilità umane, in modo da dare un efficace
supporto al lavoro dei professionisti della comunicazione. Solo in questo modo
si può realizzare una comunicazione affidabile, fondata su fonti verificate e
che sia capace di salvaguardare la fiducia nei media e nelle istituzioni”.
Per Ruben
Razzante, Docente di Diritto dell’Informazione all’Università Cattolica di
Milano: “Dobbiamo evitare due errori. Da un lato il rischio di dogmatizzare la
verità, dall’altro quello di delegare a un algoritmo il processo di definizione
della verità stessa. La sfida è quella di coltivare il pluralismo e il
confronto tra le fonti. L’informazione professionale è quella che acquisisce il
dato di realtà con una metodologia simile a quella dello storico, confezionando
un prodotto rispettoso della verità sostanziale dei fatti”.
Attilio
Lombardi, Founder Ital Communications, ha spiegato che: “Chi
fa comunicazione con professionalità e autorevolezza, in un mondo
complesso e profondamente mutato come quello di oggi, non deve
rinunciare alla serietà e alla veridicità delle notizie da veicolare. Il
terzo Rapporto Ital Communications-Censis rileva l’importanza di una
comunicazione responsabile e in grado di contrastare la disinformazione, anche
attraverso lo sviluppo di valide competenze che sappiano governare i
cambiamenti e tutelare i cittadini e le istituzioni dai danni sociali,
economici e democratici derivanti da una comunicazione non veritiera”.
Per Roberto
Zarriello, Segretario Generale Assocomunicatori: “Occorre colmare il gap
sulle competenze digitali che attanaglia il nostro Paese. Bisogna investire
sulla formazione dei giovani, sia in ambito scolastico che in quello
accademico. Non possiamo più permetterci di avere in Italia un numero così
basso di laureati nelle materie Stem e un così alto numero di Neet tra i
ragazzi. Allo stesso modo, le aziende necessitano di specialisti nel campo
delle Ict che non riescono a trovare. Investire sull’educazione e la
formazione digitale, anche utilizzando bene i fondi del PNRR, deve essere una
priorità per il sistema-Paese”.
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