lunedì 10 luglio 2023

APPARIRE o ESSERE ?

DIMMI CHI TI SENTI E TI DIRO' CHI SEI

DOBBIAMO SAPER SENTIRE,

NON "SENTIRCI"

Alcuni hanno bisogno di sentirsi migliori degli altri: più scaltri, più intelligenti, più… più…

Altri hanno bisogno di continui like per le personali immagini che pubblicano con estrema costanza.

Apparire per loro è necessario.

Apparire per stupire e per condividere esperienze ed emozioni, per autocelebrarsi o anche per soggiogare gli altri. Talvolta anche per nascondere le proprie carenze o anche nefandezze. Talvolta per sostenere la propria fragilità e insicurezza. Talvolta magari solo per "farsi belli". Ognuno ha i suoi gusti.

Numerose sono le persone che hanno voglia o necessità di mostrarsi quotidianamente (e non solo) pubblicando le proprie immagini su Facebook o su altri mezzi di comunicazione per la spasmodica e invadente caccia di like e apprezzamenti vari. E' come dire: "Io ci sono! La vostra ammirazione mi fa sentire importante".

E' l'apparire per incensarsi o per sentirsi vivi. Ma anche apparire per fare proseliti o per conquistare clienti o gratificazioni.

Ma “sentirsi” non è sentire. E' credere di essere.... È ingannevole o stupida o infantile o malvagia autoreferenza.

Il "sentirsi può essere un pregevole vestito che s’indossa per pavoneggiarsi, per stupirsi e per stupire, o per frodare gli altri.
Può essere un vuoto e disorientante vociare per frastornare l’altro.

Non condanno i moderni mezzi di comunicazione. Essi sono anche spazio di interazione e di positive relazioni. Ma, est modus in rebus. E' opportuno non rendersene schiavi.

Essere è tutt’altra cosa.

L’essere viene dal di dentro. Perciò, non ha bisogno di mettersi in mostra, né di appariscenti vestiti e suppellettili per coprire le proprie nudità, né di mille esternazioni e chiacchiere, né di mille like al giorno.

L'essere non va celebrato, ma va coltivato quotidianamente, con impegno e con discrezione.
Dio stesso, nell'incontro con Mosè, si è manifestato con le parole "Io sono Colui che è".

Chi ha bisogno di "sentirsi" ha difficoltà a sentire-ascoltare l’altro. Sovente, sa solo guardarsi allo specchio per compiacersi, per ascoltarsi, per celebrarsi e/o per proclamare la propria superiorità.

L’essere è discreto ed umile, attento ai bisogni dell’altro, gentile, leale, sorridente e accogliente, fecondo.

Chi si sente è respingente, arrogante, vuoto e rumoroso parolaio, sterile e invadente presenza.

Abbiamo bisogno di chi è, non di chi “si sente”, illudendosi di essere.

La nostra società, purtroppo, sovente antepone l’irreale e frastornante apparenza all’umile e concreta essenza. Le fallaci realtà virtuali che ci invadono, possono indurci a perdere l'orientamento, se non siamo abituati, sin da piccoli, all'arte della discrezione, del discernimento e della consapevolezza.
Lo smodato e prematuro uso dei telefonini non è di aiuto.

Papa Francesco è sceso dagli splendidi appartamenti del palazzo, per trasferirsi in due semplici camere di Santa Marta, facendo comprendere a tutti che per essere non c’è bisogno di contornarsi di apparenze.

Santa Marta è un luogo che favorisce l'ascolto, il sentire, l'accogliere, il relazionarsi, evitando ogni tentazione di "sentirsi".

Giovanni Perrone

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