martedì 25 novembre 2025

LA VIOLENZA SULLE DONNE

 


Fermare 

la violenza 

sulle donne, 


qual è il ruolo 

degli uomini?


«Gli uomini hanno un ruolo centrale», dicono i cartelloni nella metropolitana milanese in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il 25 novembre è importante guardarlo anche dalla parte degli uomini: come si lavora con chi ha compiuto un reato? Cosa è davvero efficace in ottica educativa e preventiva? Qual è la cosa più urgente da fare oggi per realizzare un vero cambiamento? Un dialogo con tre esperti: Paolo Giulini, presidente e fondatore del Centro italiano per la promozione della mediazione, Stefano Ciccone, tra i fondatori di Maschile plurale e Luca Milani, professore di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione all'Università Cattolica

di Ilaria Dioguardi

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è importante ovviamente parlare del supporto alle vittime di violenza, ma anche del ruolo che hanno gli uomini. Senza quel cambiamento, nulla cambierà. È un passaggio di prospettiva che traspare anche nelle frasi della campagna di sensibilizzazione promossa nella metropolitana milanese da Atm e dalla Rete antiviolenza del Comune di Milano: l’anno scorso la campagna puntava sulla conoscenza del numero d’emergenza dedicato 1522, con il claim «Diamo alle donne i mezzi per combattere la violenza» cancellato a pennarello da una mano anonima alla fermata di Porta Romana e sostituito con la scritta «Diamo agli uomini la capacità di non essere violenti!». Quest’anno la campagna gioca su slogan costruiti attorno ai nomi delle fermate: Duomo diventa l’occasione per dire «Scegli che tipo d’uomo essere», Isola invita a «Isola chi fa violenza, non chi la subisce» e Centrale scandisce a chiare lettere che «Gli uomini hanno un ruolo centrale».

Ma come lavora chi lavora con uomini maltrattanti? E quali sono le priorità della prevenzione, per fare in modo che si attui un vero cambiamento? Reti, cambiamento come opportunità e alleanza intergenerazionale sono le tre parole chiave per tre esperti della materia.

Stefano Ciccone, tra i fondatori di Maschile plurale, spiega che «occorre costruire il desiderio di cambiamento maschile. Bisogna vedere il cambiamento non come una minaccia o una perdita per gli uomini, ma come un’opportunità». Paolo Giulini, presidente e fondatore del Centro italiano per la promozione della mediazione dice che serve «una grande capacità di costruire reti, di gestire collaborazioni tra centri antiviolenza e chi si occupa degli uomini maltrattanti e violenti è assolutamente la ricetta necessaria per contrastare questo fenomeno e per minimizzarne i danni». Luca Milani, professore ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano punta invece su «un’alleanza generazionale tra la generazione X e i ragazzi, che – diversamente da quel che si pensa – non sono meno sensibili agli stereotipi del maschile. Anzi, sui social e nei testi di tante canzoni c’è un ritorno di un certo “maschilismo di cartone”».

VITA

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