mercoledì 22 maggio 2024

DE EUROPA

 

EUROPA

 e 

LA SUA CULTURA

- di Angela Ambrogetti

 (ACI Stampa).

 

Alla vigilia delle elezioni europee può essere utile ricordare che il nome Europa al nostro continente è di fatto stato dato da un Papa. Nicolò V all'indomani della presa di Costantinopoli.

 Ed è sempre un Papa, Pio II che scrisse un trattato sull' Europa che ha ancora una oggi una validità storica di rilievo. Anche per questo il testo, solo recentemente tradotto in italiano, è arrivato alla seconda edizione grazie all'impegno del Sovrano Militare Ordine di Malta e della sua Ambasciata presso la Santa Sede.

 La prima edizione, come ricorda l'Ambasciatore Antonio Zanardi Landi, era stata edita all'epoca del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. E fu lui a portarlo in dono a Benedetto XVI. Ed è il cardinale Gianfranco Ravasi che firma il saggio introduttivo del testo edito da IF Press.

 Ma cosa è l'Europa? E cosa definisce la cultura europea?

 Il testo del Papa umanista lo spiega molto bene, come ha ricordato proprio il cardinale Ravasi in una giornata di studio promossa dall' Ambasciata dello SMOM presso la Santa Sede.

 Europa, o meglio De Europa come il testo latino vuole, è un libro che si legge con passione perché è un vero itinerario geopolitico, ma anche una lezione di vita, come ricorda Manlio Sodi che ha curato l'edizione.

 Un'opera nata dopo la presa di Costantinopoli che indica agli europei di oggi cosa davvero è la civiltà dell' Europa cristiana. Si perché propio quello è il centro del volume anche se non lo è in modo esplicito. Dopo l'invasione turca l'Europa serra le fila culturali. Non che non ci siano conflitti tra le popolazioni europee. Ma per superare le discordie si fa riferimento ad un codice comune. L'Europa di Pio II è come un arcipelago, un mosaico ancora da formare. E quella che descrive è comunque una Europa a due polmoni, come ripeteva Giovanni Paolo II. Perché l'est ha lo stesso spazio dell' ovest. Ma il pericolo arriva da Oriente. "Ora in Europa, cioè nel nostro Paese, nella nostra stessa casa, nella nostra sede, siamo stati colpiti e uccisi", scrive Enea Silvio Piccolomini davanti alla avanzata turca. Eppure è propio Pio II che scrive al sultano per indurlo a convertirsi, che tenta una nuova crociata, ormai impossibile, che insomma chiama l' Europa appunto a difendere il cristianesimo. Storiografia si ma anche evangelizzazione in questa opera squisitamente umanista, che è anche un racconto di vita quotidiana della metà del 1400. E quando si arriva a Roma  parla di tre Papi, Eugenio IV, Niccolò V, e Callisto III.

 Lo stile è asciutto, veloce, perché Pio II soffre di violenti attacchi di gotta e decide per la forma "più breve possibile". Lascia così i "fatti degni di essere ricordati , e a me noti, accaduti al tempo di Federico terzo imperatore con questo nome, presso gli europei e gli abitanti delle Isole, che vengono annoverati trai cristiani". Storia e futuro si intrecciano.

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