sabato 23 aprile 2022

POVERTA' EDUCATIVA IN CRESCITA

 Servono risposte di comunità 

o si perde il futuro del Paese»

 -          di FULVIO FULVI

 Povertà, solitudine, gravi disagi psicologici, abbandono scolastico e forte aumento dei neolaureati che lasciano il Sud. Secondo il Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile dell’Istat i giovani sono quelli che patiscono maggiormente gli effetti della pandemia e fanno più fatica degli altri, in questa fase, ad uscire fuori da quel limbo di insicurezza che sembra essersi calato all’improvviso nella loro quotidianità.

Il quadro è drammatico: bambini, adolescenti e chi si affaccia alla vita appena terminato un percorso di studi, sembrano non avere prospettive. «Stiamo perdendo, seppur più lentamente rispetto a prima, il “futuro” del nostro Paese» commenta Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini, impresa sociale per il contrasto della povertà educativa minorile. «Rispetto al percorso di istruzione dei giovani – precisa – i dati del rapporto Istat purtroppo confermano una tendenza in atto da troppo tempo in Italia». E l’abbandono scolastico è un aspetto preoccupante che riguarda di più i ragazzi e chi vive nelle regioni del Sud. «Soprattutto, interessa chi proviene da contesti socio-economici più difficili, che offrono meno opportunità – spiega Rossi-Doria –, anche se quello dell’abbandono è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno più ampio che è la povertà educativa, aggravato anche per gli effetti della pandemia ». Il rapporto mette in evidenza come tra i giovani la propensione ad essere molto soddisfatti per le relazioni amicali è due volte più alta tra chi, invece, vede gli amici almeno una volta a settimana, rispetto a chi li vede meno frequentemente. «L’ambito delle relazioni non può essere secondario – aggiunge il presidente di Con i Bambini –, anche per questo la risposta al fenomeno deve essere di comunità, rafforzando le alleanze educative tra mondo della scuola, terzo settore, istituzioni e famiglie. È necessario, inoltre, ridare fiducia e protagonismo ai ragazzi, sperimentando e consolidando le tante buone esperienze di comunità educante che per fortuna esistono e che dovrebbero essere pratica diffusa, a vantaggio di tutti e di ciascuno».

E, infine, non vanno sottovalutati i risvolti sulla salute mentale lasciati dalla pandemia tra gli “under 18”, per far fronte ai quali, nei prossimi giorni, ha assicurato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, sarà firmato il decreto interministeriale e si potrà partite con il bonus psicologo, a disposizione, però, anche di chi giovane non è più. «il cittadino – ha spiegato Speranza –potrà accedere al contributo senza oneri o anticipazioni, e potrà scegliere liberamente il professionista tra quelli che hanno aderito all’iniziativa». Ma il bonus non sarà sufficiente. Affrontare il problema in modo adeguato presuppone un approccio più ampio. «Per questo – ha ricordato il ministro – in legge di Bilancio abbiamo stanziato 38 milioni, 20 dei quali destinati al disagio psicologico di bambini e adolescenti con l’assunzione del personale, 10 milioni per le fasce più deboli e 8 milioni per il potenziamento dei servizi territoriali e ospedalieri».

Tra le categorie più fragili ed esposte, anche ai rischi di disagio psicologico, ci sono pure anziani e disabili che a causa del lockdown e delle limitazioni dei comportamenti imposte dalle misure di contenimento del virus devono fare i conti, peraltro, con nuove condizioni di povertà e di emarginazione aggravate dalla crisi economica che ha colpite milioni di famiglie.

 www.avvenire.it

 

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