lunedì 13 dicembre 2021

NATALE. GLI AUGURI DELL'ASSISTENTE ECCLESIASTICO

                L’augurio

 per il Santo Natale

- p. Giuseppe Oddone 

        -  Il mistero del Natale, dell’Incarnazione del Figlio di Dio fatto uomo nel grembo di Maria, in cui si riaccese l’amore di Dio per noi, è il mistero più dolce e nello stesso tempo  più importante della nostra fede. Questo mistero ci proietta verso tutta la vicenda umana di Gesù, nato a Betlemme, vissuto a Nazaret nel nascondimento, annunciatore dell’avvento del Regno di Dio nella sua persona, morto sulla croce a Gerusalemme e risorto ed asceso al cielo.

         In questo anno di celebrazioni del nostro poeta Dante è bene ricordare l’ultima pagina della Divina Commedia (Canto 33 del Paradiso, vv. 124-145).

         Dante fissa  a lungo il secondo cerchio trinitario, quello riflesso dal primo, e gli appare raffigurato al suo interno, con lo stesso colore della natura divina, dall’immagine di un uomo. E si concentra tutto in essa, nella persona del Cristo risorto, nel figlio di Maria. Dante non lo dice espressamente, ma fa comprendere che l’incarnazione del Verbo è il mistero centrale della nostra fede, perché ci spalanca tutta la realtà divina: sente il brivido emotivo della sua intelligenza che cerca di capire come l’immagine di un uomo, Cristo, si adatti al cerchio divino e come possa trovare posto in esso. Ma la sua ragione, nonostante tutto il suo sforzo, non è adeguata a comprendere: solo una folgorazione, un lampo di luce divina realizza il suo desiderio di immergersi nel mistero di Cristo, il Verbo fatto carne, il figlio di Maria, termine estremo di tutti i suoi desideri. Egli si sente ora pienamente appagato  e guidato nella sua brama di conoscenza e nella sua volontà, inserito armonicamente nel movimento divino, come una ruota che si muove in moto circolare uniforme, animato da “l’amor che muove il sole e l’altre stelle”.

         Questa riflessione ci aiuta a comprendere meglio anche il pensiero di Sant’Agostino che invita i predicatori ed i catechisti ad educare tutti cristiani a salire e scendere sul Figlio dell’uomo, meditando lo stupendo mistero dell’Incarnazione, ossia la natura divina ed umana della seconda Persona della Santissima Trinità, del Verbo di Dio fatto carne per la nostra salvezza.

         Parafrasando numerosi passi diffusi nei suoi sermoni e nei suoi trattati, davanti al presepe possiamo esprimerci con questi sentimenti, che illuminano con una serie di antitesi, il mistero della persona di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria.

O Gesù, nostro salvatore, ti sei chiuso nel grembo di una donna, Tu che né cielo né terra possono contenere, perché sei l’Immenso e tutto contieni.

Sei nato da una donna, da Maria, nel tempo, Tu che sei nato dal Padre prima di tutti i tempi.

Sei nato da Maria, vergine al momento del concepimento, vergine al momento del parto, vergine al momento della morte, per insegnarci a disprezzare ogni orgoglio basato sulla nobiltà della nostra carne o delle nostre famiglie.

Sei nato a Betlemme, piccola città della Giudea, per dire a noi che non possiamo esaltarci per la grandezza di nessuna città o potenza politica di questa terra.

Sei nato povero, Tu di cui sono tutte le cose e per mezzo di cui sono state fatte tutte le cose, perché nessun credente in Te osi insuperbirsi delle sue ricchezze.

Hai pianto bambino per noi, tu che sei la nostra unica vera gioia nella vita terrena e nell’eternità, gaudio degli Angeli e dei Santi.

Sei rimasto muto, incapace di esprimerti, Tu che sei il Verbo stesso, la Parola eterna di Dio.

Sei stato portato dalle braccia di Maria, Tu che porti e sorreggi tutto il mondo creato.

Hai succhiato da una vena di carne il latte materno, tu che nutri gli Angeli e gli uomini, Tu che sei il nostro cibo e la nostra fonte di vita.

Hai dormito sul seno di Maria, Tu che non dormi mai, come dice la Scrittura, perché custodisci continuamente Israele.

Ti vediamo vagiente, mentre vagisci come ogni neonato, Ti riconosciamo  e Ti adoriamo Onnipotente!

         Possa davvero il Santo Natale essere per noi una festa che ci invita a gioire insieme nelle nostre famiglie, ad essere in qualche modo anche noi degli Angeli che con la loro intelligenza ed il loro amore salgono e scendono sul Figlio dell’Uomo, su Gesù Bambino, Verbo fatto carne, che con la sua incarnazione, morte e resurrezione inserisce la nostra natura nel mistero trinitario di Dio e ci comunica la sua vita!

P. Giuseppe Oddone - A.E. Naz. AIMC

 

 

 

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