lunedì 11 gennaio 2021

ALUNNI E DIDATTICA A DISTANZA

 

In tempi in cui tutti esprimono giudizi negativi sulla  DAD (Didattica A Distanza), vogliamo condividere la lettera che una professoressa ha scritto ai suoi alunni, dalla quale possiamo ricavare degli spunti di riflessione.

 “Cari ragazzi -dice la professoressa Nicoletta Tancredi docente di Discipline letterarie al liceo classico dell’I.I.S. De Filippis - Galdi di Cava de’ Tirreni diretto dalla Dirigente Prof.ssa Maria Alfano- non è un anno sprecato. Non piangiamoci addosso! Basta fare le vittime! Chi si lamenta ha sempre ottenuto un solo risultato: la lagna. Siate più capaci di chi dovrebbe e non sa decidere per voi. Siate scaltri. Fatevi furbi! Non credete a chi dice che questo è un anno perso, che non vale niente. Dimostrate il contrario: di saper far tesoro dal poco. E tra l’altro non scoprireste nulla di nuovo: “per aspera ad astra” (attraverso le asperità alle stelle) non sono parole di oggi.”

 E non si tratta di enunciazioni di principio, ma di suggerimenti concreti: “Rimbalzate al mittente l’ansia dei dpcm e delle ordinanze da ultim’ora, con tutta l’energia della vostra età. Rispondete con ottimismo. Sfidate voi stessi di riuscire ad imparare in qualsiasi circostanza. Condite i vostri pensieri di entusiasmo. Sognate la più bella delle prospettive e nutrite il vostro sogno: la realtà si cambia immaginandola. Vi ritrovate a fare gli studenti universitari al liceo. Siete soli, se i vostri parenti sono così intelligenti da non volersi sostituire a voi. Non ci sono i proff che girano tra i banchi, mentre fate un compito in classe, a farvi domande senza che possiate disattivare il microfono, o sparire dietro l’iniziale del vostro cognome sul desk. È il momento di intendere quello che i vostri insegnanti vi hanno sempre detto e che poteva sembrare retorico: non si studia per un voto, ma per sé stessi. Siete costretti all’autodisciplina, all’impegno deciso da voi. E dovete essere ancora più bravi che in classe, perché non sempre i docenti riescono a motivarvi a distanza. Non sempre gli atteggiamenti del vostro corpo, il cosiddetto linguaggio non verbale, è visibile in una videochiamata. Siete soli, ma con l’appoggio motivazionale dei vostri parenti, se si rendono conto che, in questo e solo in questo, devono coadiuvare gli insegnanti. E poi è così facile “imbrogliare” che non c’è neanche lo sfizio di farlo! Se ci riuscite, nulla di straordinario. Solo banale, oltre che vile, simulare difficoltà di connessione”.

 Ed ancora, un incitamento ad affrontare la realtà e trasformarla in occasione di crescita: “Teniamoci pronti in ogni caso: a tornare in classe, con altissimo senso di responsabilità e rispetto per le normative anti-covid, oppure a restare a casa, per quanto si possa essere stanchi e demotivati. Avete tutte le ragioni del mondo: vi manca la vita sociale, dei sorrisi, delle pacche sulla spalle, degli abbracci. Ma questo vi è toccato di vivere. Stringete i denti! Sentitevi, parlate, non abbandonatevi! È l’occasione di fare i conti con chi volete essere davvero nella vita. Concentratevi sullo studio! Quale migliore occasione? Fissate come obiettivo il sapere. E puntate a quello. Sappiamoci adattare! E i proff., quelli meno “tecnologici”, aiutateli! Fate vedere loro quante cose sapete e si possono fare online. E avrete tirato dalla vostra, nel vostro mondo, i docenti: e quando vi ricapita?”

 

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