domenica 21 giugno 2020

A SCUOLA IL PRIMO SETTEMBRE?



Pressing della maggioranza

Una risoluzione della Commissione Cultura riapre i giochi sul rientro in aula. 
Il nodo “election day” e il confronto governo– enti locali

Sulla riapertura delle scuole, l’incertezza regna ancora sovrana. Dopo le dispute tra la ripresa il 14 o il 21 settembre, con l’incognita incombente delle elezioni regionali, ieri a far discutere è stata un’altra data, quella del primo settembre. E forte, infatti, il pressing della maggioranza nei confronti della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per un rientro anticipato e generalizzato in aula degli studenti. La fine di agosto, dunque, coinciderebbe con il termine delle vacanze non solo per chi alle superiori dovrà recuperare le materie insufficienti (come sembrava finora) ma per tutte le classi nella loro interezza. In aula subito per recuperare il tempo perso, con sicurezza e test sierologici per tutto il personale.
La novità emerge tra i dieci punti della risoluzione presentata in Commissione Cultura da oltre venti parlamentari di tutti i gruppi politici di maggioranza. “Dal primo settembre tutti in classe, con un piano pedagogico nazionale per il recupero del debito formativo accumulato negli ultimi mesi da tutti gli alunni e gli studenti” recita il testo, he chiede anche una roadmap rigorosa sulla sicurezza.
In attesa delle linee guida Ministero– Regioni, che invece puntano ad una data unica e simbolica (il 14 settembre) per riaprire le aule in tutta Italia, c’è però l’incognita election day: la legge approvata al Senato consente il voto da dopo il 15 settembre che vorrebbe dire fermare subito le lezioni, con necessità di sanificare di nuovo tutte le scuole–seggio. I dati quantificano in oltre 50mila i plessi scolastici coinvolti nelle operazioni di voto; si tratta della stragrande maggioranza delle sedi elettorali; c’è poi una piccolissima parte di impianti sportivi e altre strutture. Per non coinvolgere le scuole, occorrerebbe dunque trovare 50mila luoghi pubblici con caratteristiche ben precise: non in affitto, non luoghi di culto né sedi di partito né caserme operative. C’è poi il problema delle barriere architettoniche, mentre si dovrà tenere conto anche delle indicazioni su ingressi, distanze tra le cabine che saranno suggerite dal Comitato tecnico scientifico.
Per il resto, per ciò che riguarda le linee guida per la riapertura il ministero ha “continuato a raccogliere, anche in questi giorni, le proposte di tutte le parti coinvolte e ha chiesto alle Regioni e agli enti locali un incontro da tenersi la prossima settimana per chiudere le Linee guida. Con la volontà di dare modo ai tavoli regionali, che si stanno già costituendo, di iniziare subito a lavorare insieme alle scuole”.
Secondo il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini “la scuola rappresenta un investimento sul futuro del nostro Paese e mai come in questa fase di ripartenza, dopo l’emergenza Covid–19, occorre la massima collaborazione fra le istituzioni per arrivare a un testo condiviso che delinei linee guida con misure e regole pensate prima di tutto nell’interesse degli studenti e dei docenti”. 
L’obiettivo comune di governo centrale e amministrazioni locali resta quello di consentire alle scuole la riorganizzazione delle attività e la formazione delle classi “in tempo utile””.










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