sabato 11 agosto 2018

CHI MORMORA NON CAMMINA

XIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B - 12 agosto 2018

Chi è abituato a mormorare, non riesce a vedere il lato bello della vita

La mormorazione è il contrario della fede. Chi si lamenta, considera se stesso superiore a Dio e agli altri, crede non in Dio, ma in se stesso ed il proprio io, unico orizzonte di vita, diventa il grande antagonista del Signore.

Dal Vangelo secondo Giovanni ((6,41-51)
Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
 In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: Io sono il pane disceso dal cielo quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Anche queste domenica ci troviamo nella sinagoga di Cafarnao, per continuare ad ascoltare il Maestro, che conduce i Giudei a comprendere il segno del pane moltiplicato per i cinquemila. C’è una certa ritrosia da parte della folla nell’accogliere l’insegnamento di Gesù. Preoccuparsi del cibo materiale è più semplice del darsi da fare per il nutrimento che non passa. Senza lasciarsi vincere dal senso di disfatta, che la mormorazione di molti potrebbe far sorgere, Gesù sta giungendo al cuore del suo discorso, la rivelazione del suo essere “il pane vivo discorso dal cielo”. Si tratta del momento di maggiore intensità del brano giovanneo, che porterà allo scontro aperto con i Giudei – lo vedremo la prossima domenica – incapaci di accogliere la parola del Cristo e di lasciarsi determinare da essa, per avere in se stessi la vita di Dio che solo il Maestro può dare.
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