Questa splendida definizione mi è stata offerta recentemente da
una emittente cattolica
e, considerata la sua
valenza speculativa, mi è sembrato
opportuno condividere fraternamente la seguente
intuizione con eventuali
lettori interessati ad individuare
piste di riflessione
perarricchire il proprio
bagaglio spirituale: un Dio
che, nella persona
di Gesù, sceglie
di morire su una
croce per esprimere
senza riserve il suo
amore per ogni uomo. Un Gesù che si ritrova le mani bucate
dai chiodi che le hanno
fissate alla croce.
In questo periodo
di Quaresima, nella
nostre chiese e lungo le nostre strade si cerca, con il rito della Via
Crucis, di far rivivere intensamente tutti i momenti della Passione e morte di
Gesù.
All’interno del servizio
radiofonico, questa stupenda
pennellata metteva in
rilievo l’estrema e
totale offerta dell’Uomo-Dio che
aveva scelto una
croce come cattedra
per manifestare quanto incommensurabile
sia il suo amore per l’umanità. personalmente ho intravisto l’occasione di
prendere lo spunto da queste “mani bucate” per liberare qualcheriflessione
mirata non solo a far crescere la nostra riconoscenza per il dono d’amore di
Gesù, ma anche a scuotere il nostro cuore per indirizzarlo a svolgere, nei
confronti del nostro prossimo, azioni consequenziali.
Gesù, partendo dalla lavanda dei piedi fino alla suamorte in
croce, ci ha offerto tutte le coordinate per diventare costruttori di quel
Regno di Dio la cui profezia è tutta incastonata all’interno della preghiera
del Padre Nostro.
Le “mani bucate” nell’accezione del nostro linguaggio quotidiano
vanno ad indicare una persona portata a non seguire la logica del risparmio e
di una accorta previdenza che ci invita a non percorrere il sentiero di uno spreco irrazionale. Le mani bucate dall’amore non
trattengono, si svuotano facilmente e puntanosempre sulla certezza della
Provvidenza. Quella stessa Provvidenza che non ha lasciata sulla carta nessun progetto
sbocciato nel cuore dai tanti Santi che sono riusciti, rinnegando se stessi, a
diventare strumenti docili a servizio della volontà di Dio.
Dio, con le sue mani bucate, entra nel personaggio di un
innamorato, pazzo della sua creatura, pronto a darci la beata speranza di una vita eterna immersa in una
appagante felicità.
Un Dio dalle
mani bucate, sempre
alla ricerca di
discepoli che, scegliendo
la sua sequela,
possono trasformare il mondo, possono aprire le proprie mani per
condividere ed essere così pronti ad interpretare il ruolo
di cirenei, per
rendere meno difficoltoso
il cammino dei
nostri compagni di
viaggio. Gesù ci chiama sempre ad essere uomini di buona
volontà che, con le mani bucate, riescono a dare tutto; mani di uomini felici
perché convinti che l’amore di Dio è capace di sostituirsi a tutti i nostri
beni.
Questa la strada percorsa da San Francesco e da tutti gli altri
Santi, persone fragili come noi, ma di
noi più furbe, perché hanno capito quali sono le cose importanti per le
quali vale la pena vivere. Persone che, soffermandosi a contemplare questo Dio
dalle mani bucate, sono riuscite a trovare l’orientamento giusto, sono riuscite
a vedere in quelle mani aperte e bucate tutto lo splendore della Verità portata
dal messaggio cristiano.
Nicola
Sajeva