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martedì 27 febbraio 2018

UN DIO DALLE MANI BUCATE

Questa splendida definizione mi è stata offerta recentemente  da  una  emittente  cattolica  e, considerata  la  sua  valenza  speculativa,  mi  è sembrato opportuno condividere fraternamente la seguente  intuizione  con  eventuali  lettori interessati  ad  individuare  piste  di  riflessione  perarricchire  il  proprio  bagaglio  spirituale:  un  Dio che,  nella  persona  di  Gesù,  sceglie  di  morire  su una  croce  per  esprimere  senza  riserve  il  suo amore per ogni uomo. Un Gesù che si ritrova le mani  bucate  dai  chiodi  che  le  hanno  fissate  alla croce.
       In  questo  periodo  di  Quaresima,  nella  nostre chiese e lungo le nostre strade si cerca, con il rito della Via Crucis, di far rivivere intensamente tutti i momenti della Passione e morte di Gesù.
      All’interno  del  servizio  radiofonico,  questa  stupenda  pennellata  metteva  in  rilievo  l’estrema  e  totale offerta  dell’Uomo-Dio  che  aveva  scelto  una  croce  come  cattedra  per  manifestare quanto incommensurabile sia il suo amore per l’umanità. personalmente ho intravisto l’occasione di prendere lo spunto da queste “mani bucate” per liberare qualcheriflessione mirata non solo a far crescere la nostra riconoscenza per il dono d’amore di Gesù, ma anche a scuotere il nostro cuore per indirizzarlo a svolgere, nei confronti del nostro prossimo, azioni consequenziali.
     Gesù, partendo dalla lavanda dei piedi fino alla suamorte in croce, ci ha offerto tutte le coordinate per diventare costruttori di quel Regno di Dio la cui profezia è tutta incastonata all’interno della preghiera del Padre Nostro.
     Le “mani bucate” nell’accezione del nostro linguaggio quotidiano vanno ad indicare una persona portata a non seguire la logica del risparmio e di una accorta previdenza che ci invita a non percorrere il sentiero di uno spreco irrazionale. Le mani bucate dall’amore non trattengono, si svuotano facilmente e puntanosempre sulla certezza della Provvidenza. Quella stessa Provvidenza che non ha lasciata sulla carta nessun progetto sbocciato nel cuore dai tanti Santi che sono riusciti, rinnegando se stessi, a diventare strumenti docili a servizio della volontà di Dio.
Dio, con le sue mani bucate, entra nel personaggio di un innamorato, pazzo della sua creatura, pronto a darci la beata speranza di una vita eterna immersa in una appagante felicità.
       Un  Dio  dalle  mani  bucate,  sempre  alla  ricerca  di  discepoli  che,  scegliendo  la  sua  sequela,  possono trasformare il mondo, possono aprire le proprie mani per condividere ed essere così pronti ad interpretare il  ruolo  di  cirenei,  per  rendere  meno  difficoltoso  il  cammino  dei  nostri  compagni  di  viaggio.  Gesù  ci chiama sempre ad essere uomini di buona volontà che, con le mani bucate, riescono a dare tutto; mani di uomini felici perché convinti che l’amore di Dio è capace di sostituirsi a tutti i nostri beni.
       Questa la strada percorsa da San Francesco e da tutti gli altri Santi, persone fragili come noi, ma di  noi più furbe, perché hanno capito quali sono le cose importanti per le quali vale la pena vivere.          Persone che, soffermandosi a contemplare questo Dio dalle mani bucate, sono riuscite a trovare l’orientamento giusto, sono riuscite a vedere in quelle mani aperte e bucate tutto lo splendore della Verità portata dal messaggio cristiano.

Nicola Sajeva

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