mercoledì 16 luglio 2014

TEST INVALSI: UN'ITALIA DIVISA IN DUE


matematica 9814Test Invalsi 2014

 Novità e conferme

La scorsa settimana sono stati presentati i primi risultati della tornata 2014 dei test Invalsi, quelli ricavati dall’analisi dei dati emersi nelle classi campione (oltre 6.500 con quasi 90.000 alunni), dove erano presenti osservatori (uno per classe) appositamente selezionati dagli Uffici Scolastici Regionali e formati dall’Istituto di valutazione.  Si tratta di risultati attendibili non solo perché ottenuti in classi dove le prove si sono svolte sotto il controllo degli osservatori esterni ma perché ‘depurati’, mediante tecniche ormai collaudate e affinate, da comportamenti anomali (copiature, eventuali aiuti degli insegnanti, risposte polemiche o irridenti), che all’Invalsi chiamano “opportunistici”. La novità positiva di quest’anno è stata la riduzione della distanza tra studenti del Nord e del Sud nei punteggi conseguiti a livello di scuola primaria (seconde e quinte classi). Distanza che ricompare in terza media e aumenta nel secondo anno delle scuole secondarie superiori, dove a essere penalizzati (e questa è una conferma in negativo) sono gli istituti tecnici e professionali del Sud e delle Isole. Ma anche qui con una piccola riduzione del gap Nord-Sud, dovuta in parte al lieve rallentamento di alcune Regioni del Nord dove i punteggi raggiunti sono sempre brillanti, ma meno che in passato. Da notare che la riduzione delle distanze nelle performance degli studenti (distanze territoriali, per tipologia di scuola, e anche all’interno delle scuole e delle classi) va considerata positivamente perché è indicativa, come mostrano numerosi studi nazionali e internazionali, di un maggior grado di equità nel funzionamento delle istituzioni scolastiche.
Un’Italia divisa in due
Dalla presentazione dei dati Invalsi di rilevazione degli apprendimenti per l’anno scolastico 2013-14 emerge, ancora una volta, una divisione, se pur un po’ attenuata rispetto al passato, tra l’Italia del Centro-Nord e quella meridionale. Poiché i dati sono campionari e, tutto sommato, hanno avuto un contenuto cheating (distorsione per interventi esterni), si può ritenere che quanto emerso dalle 6.610 classi campione sia sostanzialmente affidabile e veritiero.  Dal rapporto pubblicato dall’Invalsi è possibile registrare per ogni regione o provincia autonoma il punteggio medio conseguito in italiano e matematica per le seconde e quinte classi della scuola primaria, per le terze della secondaria di I grado e per le seconde della secondaria di II grado. Si tratta di 168 prestazioni medie rilevate: otto per ciascuna regione/provincia autonoma.  Poiché le medie nazionali per ciascun report sono state riportate a 200 punti, abbiamo provato a calcolare quanti risultati regionali si sono situati sopra o sotto tale media. Abbiamo, quindi, rilevato che soltanto Piemonte, Umbria e Marche hanno sempre conseguito in tutti gli otto report (dalla seconda della primaria alla seconda delle superiori per italiano e matematica) una prestazione complessiva sopra la media nazionale. Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna sono scese sotto la media nazionale una sola volta su otto; Valle d’Aosta, provincia di Bolzano, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Lombardia solo due volte. Praticamente tutto il Centro-Nord ha conseguito risultati più che soddisfacenti. Campania e Sicilia sono sempre rimaste sotto la media nazionale in tutti gli otto report. Le altre regioni meridionali hanno raggiunto o superato la media nazionale in pochi casi ciascuna. Per capire meglio la portata di questo divario abbiamo operato un’altra comparazione: quante prestazioni sopra o sotto la media per ogni area territoriale? Nel Nord Ovest 26 sopra la media su 32: 81,25%. Nel Nord Est 31 su 40: 77,50%. Al Centro 27 su 32: 84,38%. Nelle regioni del Sud 16 prestazioni sopra la media su 48 complessive: 33,33%. Infine nelle Isole 2 su 16: 12,50%. Il divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno parla anche con questi dati.
La forbice Nord-Sud è sintomo di un gap strutturale?
La comparazione delle risultanze complessive per regione, dalle seconde classi della scuola primaria fino alle seconde della secondaria di II grado, induce una constatazione relativa alle differenze territoriali sia per italiano sia per matematica, più contenute nella scuola primaria, più accentuate nella scuola secondaria.  In italiano la forbice tra regioni virtuose e regioni a bassa competenza tende ad allargarsi dai 13 punti delle classi seconde della primaria ai 21 punti delle quinte, per poi passare ai 28 punti e ai 27 punti rispettivamente nelle terze classi della secondaria di I grado e nelle seconde della secondaria di II grado. Per matematica la tendenza si rafforza ulteriormente nel passaggio dalla primaria alla secondaria: passa infatti dai 14 e 20 punti delle seconde e quinte classi della scuola primaria ai 33 punti delle terze di scuola media per attestarsi definitivamente ai 40 punti di differenza tra regioni migliori e regioni peggiori nelle seconde classi della secondaria di II grado.
Un interrogativo si impone: perché il divario di competenze rilevato tra le regioni tende ad aumentare con il procedere del percorso scolastico verso i livelli più elevati? La risposta non è facile né semplice, ma, poiché i territori interessati a questa comparazione sono sempre gli stessi (mezzogiorno in fondo alla graduatoria, le altre regioni sopra) si può avanzare l’ipotesi che il gap sia strutturale e riguardi l’intero sistema, producendo i suoi effetti in modo diffuso e via via crescente. Si tratta – ce ne rendiamo conto – di un’ipotesi un po’ azzardata, che, tuttavia, merita di essere considerata e approfondita, prima di essere scartata a priori. Se fondata, chiede rimedi strutturali. D’altro canto i risultati del “Rapporto sulla qualità nella scuola” di Tuttoscuola (2011) indicano, sulla base di 96 indicatori ufficiali, che sia nella macroarea Strutture e Risorse, che in quella Organizzazione e Servizi, le condizioni delle scuole del Nord sono in media migliori di quelle del Sud e delle Isole. Non ci si può poi stupire se, insieme ad altri numerosi fattori che incidono, i risultati di apprendimento riflettono questa graduatoria.
da TUTTOSCUOLA FOCUS – www.tuttoscuola.com

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