lunedì 13 febbraio 2023

BIOETICA E LETTERATURA

BIOETICA

 E 

LETTERATURA 

NEGLI AUTORI 

DEL NOVECENTO

-  di Daniele Fazio

 

Che la letteratura abbia a volte anticipato tematiche di profonda attualità e segnatamente questioni bioetiche è un fatto più che conclamato. Che alcuni autori abbiamo trattato tali tematiche in assonanza con il magistero della Chiesa sviluppatosi in anni recenti è molto meno risaputo.

Proprio su questo crinale si pone il volume Bioetica e Letteratura negli autori del Novecento di Vincenzo Di Natali – agrigentino, teologo, bioeticista e docente di religione – che attraverso pagine famose di Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello, Oriana Fallaci, Primo Levi, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Pascoli, Salvatore Quasimodo, Kazuho Ishiguro, Elsa Morandi e Hermann Hesse tenta di rintracciare nuclei etici importanti che possano convergere con il giudizio espresso dal magistero ecclesiale sulla ricerca scientifica, sull’inizio e sul fine vita, sulla visione della famiglia, sull’esistenza come fragilità. A suggellare il volume alcuni testi letterari dello stesso Natali e soprattutto in Appendice il saggio di Ivan Sassanelli Etica, Tecnica ed Ecologia da J. R. R. Tolkien al Magistero pontificio post-conciliare.

I suddetti autori – ad eccezione di Di Natali e Tolkien – oltre che ad essere significativi nel panorama novecentesco, hanno in comune una prospettiva assolutamente distante dal sentire religioso cattolico. Sono di formazione laica, alcuni addirittura dichiaratamente atei. La sfida, allora, è quella di comprendere come all’interno di tali coscienze siano emerse posizioni collimanti con lo sviluppo della dottrina cattolica riguardante le questioni bioetiche. Il volume, dunque, esaminando alcune opere di ogni autore mette in risalto quanto, ovviamente con un tono linguistico differente, si possa considerare anticipazione e conferma delle posizioni cattoliche.

Ne esce fuori, ad esempio, che il sentire di Sciascia in relazione alla necessità della subordinazione della ricerca scientifica all’etica non è diverso da quello contenuto in importanti testi magisterali quali Donum vitae ed Evangelium vitae. Così come le posizioni di Oriana Fallaci in materia di aborto sono anch’esse collimanti con la condanna espressa più volte dalla Chiesa cattolica. Sempre sulle tematiche dell’inizio vita – eugenetica, selezione degli embrioni, clonazione – assonanze vengono riscontrate in alcune opere del premio nobel Kazuo Ishiguro. Elsa Morandi, invece, viene valorizzata circa la tematica dell’eventualità di aborto in caso di stupro.

Sul versante del fine vita, entra in gioco Luigi Pirandello che nelle novelle La toccatina e Visitare gli infermi prende in esame la questione della sofferenza e dell’eutanasia e sulla decisione da parte di un qualsiasi potere circa la morte e la vita degli individui Primo Levi. Le loro considerazioni letterarie – secondo Natali – sono ancora assonanti all’impostazione dottrinale cattolica, di cui in questo caso cita soprattutto gli insegnamenti di Pio XII, del Concilio Vaticano II e naturalmente di Giovanni Paolo II.

Sulle questioni riguardanti la famiglia emergono le parole sorprendenti sulla vittoria referendaria divorzista di Pier Paolo Pasolini che già nella disarticolazione dei legami, causata dal dominio del consumismo, prevedeva la società liquida. Sulle stesse tematiche comunque non si può non menzionare la visione del nido familiare di Giovanni Pascoli in cui è forte la tensione morale dell’autore nell’ottica della difesa della famiglia da incursioni esterne dannose. Eco di queste anticipazioni letterarie sono riscontrati da Natali nel documento principale del magistero sulla questione che è la Familiaris consortio di Giovanni Paolo II.

L’antologia letteraria si chiude con riferimenti a Giuseppe Ungaretti ed Hermann Hesse che valorizzano, al di là di una presunta onnipotenza della scienza e della medicina, l’esistenza umana nella sua fragilità e precarietà.

C’è da chiedersi in conclusione la motivazione ultima di un tale sforzo saggistico. L’autore risponde che «mira a costruire un ponte, un dialogo, facendo ricorso al pensiero di poeti e narratori che godono ampiamente di prestigio e autorità […] A nostro avviso riteniamo possibile rilevare un collegamento tra il pensiero del letterato, esposto nella forma tipica della letteratura, e il Magistero della Chiesa» (p. 8).

Se Enzo Di Natali sia riuscito in questo suo intento lo giudicherà il lettore, ma è certamente degno di nota l’aver aperto la possibilità di tali pensieri critici che vanno sempre più e meglio affrontati per valutare quanto tra mondi culturali ed etici voluti, forse da clichè culturali dominanti, lontani si possa rintracciare un medesimo sentire fondato su ciò che contraddistingue profondamente l’essere umano, ossia la sua coscienza, quale consapevolezza di sé e impegno nella continua ricerca del bene.

 

Riferimento bibliografico: Vincenzo (Enzo) Di Natali, Bioetica e Letteratura negli autori del Novecento, ed. Medianova, Agrigento 2022, pp. 176 € 16.

 

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