sabato 29 gennaio 2022

SCUOLA INCLUSIVA. UNA SPECIALITA' PER TUTTI

In “
Un’altra didattica è possibile” Ianes e Canevaro rilanciano l’idea di una scuola «universale», che «parla a tutti gli alunni e non a una parte»

 

-         di Paolo Ferrario

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Una scuola davvero inclusiva deve bandire il termine «inclusione» dal proprio vocabolario, se vuole parlare al 100% degli alunni e non soltanto a una parte. Si apre con una provocazione, non soltanto semantica ma soprattutto pedagogica, “Un’altra didattica è possibile. Esempi e pratiche di ordinaria didattica inclusiva”, l’ultimo libro che Dario Ianes, docente di Pedagogia e didattica speciale all’Università di Bolzano e co-fondatore del Centro studi Erickson di Trento, ha scritto con Andrea Canevaro, delegato del rettore dell’Università di Bologna per gli studenti con disabilità, già docente di Pedagogia speciale all’Alma Mater.

«Una scuola che non ha più bisogno dell’inclusione è innanzitutto una scuola fondata sull’equità», scrive Ianes nell’introduzione al testo, sottolineando che «il tema dell’equità è il motore motivazionale della scuola che vogliamo, una scuola fondata sui diritti umani e sulla giustizia sociale, una scuola che, in nome di questi valori, sa anche essere contro oltre che pro».

Per essere inclusiva, universale, la scuola deve saper riconoscere l’unicità di ciascun alunno. Sembra ovvio e scontato e, infatti, la scuola spesso lo dimentica, finendo per dare lo stesso libro, la stessa lezione, gli stessi tempi di apprendimento e le stesse modalità di

valutazione a tutti indistintamente. «Se vogliamo davvero muoverci verso l’universalità – sottolinea Ianes – dovremmo essere ossessionati dallo scoprire, comprendere e valorizzare in ogni modo le differenze dei nostri alunni. Le differenze – ricorda il pedagogista – sono la normalità, sono la biodiversità che arricchisce gli ecosistemi dove si apprende e ci si relaziona».

Al centro della ricerca di Ianes c’è anche la figura dell’insegnante di sostegno che, a giudizio del docente universitario, deve «evolvere» verso un «cambio di paradigma». Anzi, come sostiene da tempo, «la figura dell’insegnante di sostegno, come tradizionalmente intesa, va abolita del tutto, evolvendola in due direzioni: la normalizzazione piena e la specializzazione vera». Secondo Ianes, dato che «l’85% degli attuali insegnanti di sostegno diventa contitolare curricolare», tanto vale «ripensare radicalmente» il loro ruolo, «liberandolo dal vincolo della certificazione e facendolo diventare insegnante curricolare a tutti gli effetti», per farlo «lavorare in compresenza didattica inclusiva con tutti gli alunni». Dove è già stata sperimentata, questa innovazione, ricorda Ianes, «ha dimostrato non solo di essere possibile, ma anche di comportare vantaggi sia per gli alunni con disabilità sia per i loro compagni di classe». La nuova didattica proposta da Ianes e Canevaro,

insomma, funziona e fa bene a tutti ma ha bisogno, in definitiva, di un «grande cambio di paradigma necessario». Deve, in sostanza, «superare il binomio alunno speciale-insegnante speciale, per fare in modo che la “specialità” necessaria si diffonda e diventi patrimonio di tutti i contesti di vita degli alunni».

 www.avvenire.it

Canevaro, Ianes,

Un' altra didattica è possibile. Esempi e pratiche di ordinaria didattica inclusiva,

Ed. Erichson, 2022


 

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