giovedì 20 gennaio 2022

IL BAMBINO CHE CONTA LE STELLE


Il lavoro è una riflessione su una significativa esperienza didattica, fortemente inclusiva, portata avanti dalla docente in preparazione della manifestazione organizzata dalla scuola Arculeo di Palermo per la “Giornata Mondiale sulla consapevolezza dell'autismo”.

Il testo offre un'esperienza educativa e poetica d'incanto che permette a educatori e insegnanti di creare la relazione uomo-musica nella meraviglia relazionale in cui ognuno di noi esiste.
Strutturare un laboratorio musicale come luogo fisico e mentale entro il quale si possono attivare interazioni gruppali complesse utilizzando la musica come strumento di mediazione educativa.
Creare trame attraverso corpi "consapevoli" sotto un cielo di stelle dove ognuno incontra l'altro per non essere più solo.

È un libro,  ma soprattutto una esperienza educativa e poetica fatta con i bambini con disturbo dello spettro autistico che, attraverso l’ascolto di un compositore e poeta come J. S. Bach, riescono a tessere trame sotto un cielo di stelle dove ognuno incontra l’altro per non essere più solo.

Un turbinio di emozioni grazie al quale la musica diventa strumento di mediazione educativa.

Quando si pensa alle stelle, inevitabilmente il naso va all’insù alla ricerca di quella che, cadendo, esaudirà i nostri desideri.

C‘è, però, chi le stelle le guarda con il naso all’ingiù, chiuso nella sua solitudine, nella sua intimità, in un mondo incantato al quale in pochi potranno avere accesso.

Come Marco, seduto in classe, in prima fila, quindi inevitabilmente visibile agli occhi dei suoi compagni che stavano partecipando a una delle lezioni di musicoterapia che la maestra conduceva.

È un attimo e tutti gli sguardi vengono catturati da quello che stava facendo, ritagliare stelle di ogni dimensione e riporle tutte con grande cura nel suo porta merende.

Ed è anche un attimo per tutti nel seguire il suo esempio.

In pochi minuti la classe si riempie di stelle di ogni colore che la trasformano in una galassia brillante sulla quale scrivere le proprie emozioni e la voglia di comunicarle all’altro.

Non una favola, quindi, non un racconto nato durante una fredda giornata invernale per augurarsi che l’estate torni presto e che si possa stare sino a tarda notte all’aperto a guardare il cielo stellato, ma un’esperienza concreta portata avanti dalla professoressa Alessia Misiti, pianista, musicoterapista e insegnante delle classi musicali di coro e pianoforte alla direzione didattica “Ettore Arculeo” di Palermo, autrice del libro “Il bambino che conta le stelle”.

Non è il consueto manuale che racconta come lavorare con i bambini con disturbi dello spettro autistico, ma un testo che offre un’esperienza educativa e poetica d'incanto che permette a educatori e insegnanti di creare il rapporto uomo - musica nella meraviglia relazionale in cui ognuno di noi esiste.

Un lavoro che sottolinea quanto sia opportuno «strutturare un laboratorio musicale come luogo fisico e mentale entro il quale si possono attivare interazioni gruppali complesse, utilizzando la musica come strumento di mediazione educativa.

Creare, quindi, trame attraverso corpi "consapevoli" sotto un cielo di stelle dove ognuno incontra l'altro per non essere più solo».

«Le tante stelle che nascono da questa esperienza sono piccole, brillanti, buie e Lui, il bambino che conta e canta, si, canta! – scrive l’autrice -.

Maria Alessia Misiti, iL BAMBINO CHE CONTA LE STELLE,  Ed. Ex Libris, 2021



 

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