Francesco
riceve i partecipanti al V Simposio Globale Uniservitate “Service-Learning e
Patto Educativo Globale”, ricordando un aneddoto d'infanzia per esortare a
coltivare "l'arte di fare domande". Cita poi il "colpo di
scena" del film “L’attimo fuggente” con gli studenti che salgono sui
banchi per cambiare il loro punto di vista: sono esempio di un’educazione che
trasforma la vita e non ridotta a sola “trasmissione di contenuti”
-
di Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
Lo ha detto
un grande saggio: “cultura della curiosità”, che non è lo stesso della cultura
del chiacchiericcio, no, niente a che vedere l’una con l’altra. Cultura della
curiosità, valorizzando l’arte di fare domande. È quello che ci insegnano i
bambini nell’età dei perché. L’età dei perché. “Papà, perché? Papà, perché?
Mamma, perché?”
A conclusione
del V Simposio Globale Uniservitate, dal titolo "Service-Learning e Patto
Educativo Globale", Papa Francesco riceve una delegazione di partecipanti
nella mattinata di oggi, 9 novembre nel Palazzo Apostolico vaticano ai quali
raccomanda di "parlare con il cuore" a questo "mondo
liquido" e soprattutto di stare attenti e difendersi dalle
"ideologie di turno", il "peggior nemico" del cammino di
maturazione.
"Apprendimento
nel servizio"
Il Papa
esordisce riconoscendo il “particolare interesse per la Chiesa” suscitato
dall’incontro, volto a promuovere il “metodo pedagogico del “del service-learning,
o ‘apprendimento nel servizio’, coltivando la responsabilità comunitaria degli
studenti attraverso progetti sociali, che fanno parte integrante del loro
percorso accademico”.
Uniservitate,
i frutti dello studio nel servizio solidale
Si è aperto a
Roma il V Simposio Globale Uniservitate, l'incontro che promuove
l'apprendimento nell'educazione superiore cattolica. Assegnati i Premi 2024 a
progetti realizzati nei ...
Il colpo di
scena de "L'attimo fuggente"
A tal
proposito, Francesco ricorda la celebre scena del film “L’attimo
fuggente” nella quale gli studenti di un rinomato liceo del New
England vengono invitati dal loro nuovo, “molto originale” professore di
letteratura (interpretato da Robin Williams) a “salire sui banchi e a guardare
la classe da un altro punto di vista”. Un vero e proprio “colpo di scena”, nota
il Papa.
L’episodio
rivela che cosa dovrebbe essere l’educazione: non solo trasmissione di
contenuti - questa è una sola cosa - ma trasformazione della vita. Non solo
ripetizione di formule - come i pappagalli - ma addestramento a vedere la
complessità del mondo. Questo deve essere l’educazione
Il metodo
d'insegnamento di Gesù
Uno stile
pedagogico affine a quello di Gesù, riconducibile ad “una delle sue forme
d’insegnamento più ricorrenti, le parabole”. Un mezzo “semplice ed accessibile
a tutti” - "e tutti capiscono... tutti" - aggiunge Francesco - che
permette “a chi ascolta di entrare nella narrazione coinvolgendosi e
confrontandosi con i personaggi”.
Gesù mira a
far sì che l’ascoltatore non rimanga solo destinatario del messaggio, ma si
metta in gioco in prima persona.
Il Papa oppone
questo stile all'"appiattimento su determinati programmi spesso asserviti
a interessi politici ed economici" causati dalla "globalizzazione
attuale". Tale "uniformità nasconde forme di condizionamento
ideologico che falsificano l’opera educativa, rendendola strumento per
fini ben diversi dalla promozione della dignità umana e dalla ricerca della
verità".
L’ideologia
rimpicciolisce sempre, non ti permette di svilupparti. Sempre rimpicciolisce.
Per questo, state attenti a difendervi dalle ideologie di turno
Le
iniziative di Uniservitate
Contro
“l’appiattimento” del sapere, Il Papa loda le attività della “rete
Uniservitate, del Centro Latinoamericano de Aprendizaje y Servizio Solidario”,
il cui scopo è proprio quello di promuovere il service-learning nell'istruzione
superiore cattolica. Un titolo, quest’ultimo, non puramente “onorifico”, da cui
deriva “l’impegno a coltivare un caratteristico stile pedagogico e una
didattica coerente con gli insegnamenti del Vangelo”.
Non è
ideologia evangelica. No. È umanesimo, umanesimo secondo il Vangelo.
"Costruiamo
un villaggio dell'educazione"
La missione di
Uniservitate aderisce pienamente al Patto Educativo Globale, l’iniziativa
lanciata da Francesco nel settembre del 2019 volta a “ravvivare l’impegno per e
con le nuove generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e
inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua
comprensione”. Ciò è possibile, nota il Papa, solo corrispondendo al proverbio
africano da lui spesso citato che afferma come “per educare un bambino”
serva “un intero villaggio”.
Ospiti: Marta
Brancatisano, docente alla Pontificia Università della Santa Crocee Svamini
Hamsananda, V
Oltre le aule e
le biblioteche
Se di villaggio
e comunità si parla, è chiaro come l’istruzione diventi attività che travalichi
le “aule scolastiche” o le biblioteche. Essa “continua nella vita, continua
negli incontri e sulle strade che percorriamo ogni giorno. Ascoltare
l’altro, riflettere sul dialogo: questa è la strada dell’istruzione".
L’alleanza auspicata da Francesco genera “pace, giustizia ed accoglienza”,
favorendo “il dialogo tra le religioni e la cura della nostra casa comune.”
Siamo
consapevoli che il compito non è facile, ma è appassionante! Educare è
un’avventura, è una grande avventura.
Il Papa riceve
i partecipanti al Simposio Universitario Service-Learning e Patto Educativo
Globale
Studenti in
relazione con la realtà
Per sostenere
le iniziative comune alle scuole cattoliche, Francesco propone due principi
contenuti nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium: “la realtà è superiore all'idea” e
“il tutto è superiore alla parte”. I progetti pedagogici dovranno mettere in
relazione gli studenti “con la realtà che li circonda”, così che “imparino a
trasformare il mondo non per proprio tornaconto, ma con spirito di servizio”.
Contatto con
la realtà per non cadere nell’idea.
Uniservitate,
studio e solidarietà per cambiare dal di dentro il mondo degli atenei
Alla vigilia
del Simposio annuale dedicato al programma per l’Apprendimento e Servizio
solidale, la direttrice della Scuola di Alta Formazione della Lumsa Maria
Cinque parla del ...
La
"cultura della curiosità"
Riguardo la
"cultura della curiosità! e "l'arte di fare domande" tipica dei
bambini, Francesco aggiunge a braccio un suo aneddoto d'infanzia. Un intervento
alle amigdale, quando non c'era ancora l'anestesia "e si faceva in un modo
molto pratico: l’infermiere ti prendeva in mano, ti teneva così, e tu non
potevi muoverti, ti mettevano un apribocca, e con due forbici, ciukk.
E finita la storia. E lì dopo ti davano il gelato, un gelato per fare la
coagulazione." All'uscita, il Papa e il padre tornano a casa in taxi.
"Il giorno dopo, quando potevo parlare, gli dico: 'Papà perché hai
pagato?' 'Eh, perché…' E mi spiegò cos’era il taxi. 'Ma papà, tutte le macchine
della città, non sono tue?' 'No…' E fu una grande delusione… perché papà non
era padrone di tutte le macchine.
Ma il perché
dei bambini tante volte nasce da una delusione, da una curiosità. Ascoltare le
domande dei bambini, e imparare noi a farne. Questo ci aiuta tanto. E questa io
chiamo cultura della curiosità. I bambini sono curiosi, sono curiosi, nel buon
senso della parola. L’arte di fare domande.
Aiutare le
nuove generazioni
In questo,
Francesco chiede di sostenere i giovani nell’esplorazione “di sé e del mondo”
senza ridurre “la conoscenza”, in questo caso alla sola “abilità della mente”,
bensì “completandola con la destrezza di mani operose e con la generosità di un
cuore appassionato”. Un'educazione, quindi, fatta di "mente",
"cuore" e "mani".
Dobbiamo
imparare a pensare quello che sentiamo e facciamo, a sentire quello che
facciamo e pesiamo, a fare quello che sentiamo e pensiamo. Questa è
l’educazione: i tripli linguaggi.
La strada per
il "compito tanto urgente"
Il Papa
conclude il suo messaggio proponendo “una buona strada per riuscire in un
compito tanto urgente”, tratta dall’enciclica Dilexit nos. “In un mondo liquido, è necessario parlare
di nuovo con il cuore”, spiega Francesco, poiché “solo a partire dal cuore le
nostre comunità riusciranno a unire le diverse intelligenze e volontà e a
pacificarle affinché lo Spirito ci guidi come rete di fratelli”.
Oggi il
nemico, forse il più grande, nel cammino di maturazione, sono le ideologie. Le
ideologie non ci fanno crescere, ideologie di qualsiasi segno. Sono nemiche
della maturazione.
Vatican News
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