Scuola,
la “carica” dei 40mila tutor
«Così faranno emergere i talenti»
La
nuova figura, insieme a quella del docente orientatore, entrerà nelle classi
l’anno prossimo. Obiettivo: personalizzare i percorsi didattici e aiutare i
ragazzi.
Stanziati 150 milioni. Il ministro Valditara: «Una rivoluzione»
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di GIULIO ISOLA
Nelle
intenzioni del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è il primo passo
verso «la grande rivoluzione del merito». E che l’orientamento sia alla base di
questa rivoluzione lo stesso ministro lo ha ribadito più volte, fin dall’inizio
del suo mandato. Ebbene dall’anno prossimo, se i tempi immaginati al Miur
saranno rispettati, a costruire concretamente orientamento nelle scuole ci
saranno due nuove figure, per la cui formazione è stato previsto lo
stanziamento di 150 milioni di euro e un decreto dedicato: il tutor e, appunto,
il docente orientatore.
Intanto,
chi sono? Che cosa faranno? ll docente tutor dovrà occuparsi della
personalizzazione degli insegnamenti: avrà, cioè, il compito di coordinare e
sviluppare le attività didattiche favorendo il recupero per i ragazzi che
manifestano maggiori difficoltà e consentendo a quelli che hanno particolari
talenti di potenziarli. Questa figura sarà introdotta nelle classi terze,
quarte e quinte delle secondarie di secondo grado: il ministero comunicherà a
ogni istituto quanti docenti tutor formare attraverso un percorso definito
sull’apposita piattaforma in collaborazione con Indire (l’Istituto nazionale di
documentazione, innovazione e ricerca educativa), che avrà la durata di 20 ore
e che si concluderà con un esame. Si parte, in ogni caso, dal numero di 40mila.
Il docente orientatore, invece, si occuperà più propriamente di orientamento:
aiuterà i ragazzi a fare scelte in linea con le loro aspirazioni e
potenzialità, conoscendo il loro profilo, i diversi percorsi di studio e di
lavoro possibili, la varietà di offerte sui territori, nel mondo produttivo e
universitario. Un approccio, questo, che deve avvenire nel rispetto dell’autonomia
dei singoli istituti, degli studenti e delle loro famiglie. Ogni scuola conterà
su un docente orientatore anche se ancora non è chiaro come sarà scelto o
eventualmente formato per questo incarico. Valditara ha presentato la novità
dopo l’incontro di martedì sera con i sindacati di categoria, in cui è stato
presentato lo schema di decreto che sarà sottoposto al parere del Consiglio
superiore della Pubblica istruzione e che prevede, come si diceva, uno
stanziamento di 150 milioni di euro nel 2023. Fondi che saranno distribuiti
nelle scuole in maniera proporzionale al numero degli studenti: toccherà poi
proprio alle scuole organizzare il servizio nella loro autonomia. «Questo
decreto va nella direzione di una scuola che faccia emergere i talenti di ogni
studente innescando un percorso virtuoso, volto anche al superamento delle
difficoltà frutto di diseguaglianze di natura sociale e territoriale e
favorendo le scelte consapevoli per il percorso di studi e di lavoro» ha
spiegato il ministero. Un modello di scuola «virtuoso – ha poi proseguito –
deve mettere in luce i talenti di ogni singolo studente. Per questo con un
significativo stanziamento di risorse come ministero abbiamo deciso di puntare
su figure professionali specializzate che saranno formate, selezionate e
pagate. Il tutto in un confronto costante con le parti sindacali». Non è tutto:
le istituzioni scolastiche potranno accedere ai finanziamenti derivanti dal
Pnrr e dal Pon per remunerare le attività didattiche di potenziamento sulle
discipline e attività innovative per l'orientamento. Le azioni già previste nel
Pnrr ammontano a 600 milioni, con particolare riferimento all’orientamento alle
discipline Stem e con metodologie innovative, alle quali si aggiungono le
attività che riguardano l'orientamento come misura di contrasto alla
dispersione scolastica, per un importo di ulteriori 1,5 miliardi di euro.
Quanto alle risorse del Pon, la nuova programmazione 20212027 prevede altri 300
milioni per remunerare attività extracurricolari sull’orientamento didattico.
Fin
qui le buone notizie, o meglio i buoni auspici. Sulla strada dell’istituzione
delle due nuove figure si affacciano però già una serie di ostacoli, a
cominciare da quello che quei 40mila tutor si trovino. La ripartizione dei
fondi stanziati per singolo docente sarà effettuata infatti dalla
contrattazione di istituto, prevedendo una assegno annuo da 2.850 euro a 4.750
euro lordo stato. Che, hanno fatto notare i sindacati, comunque si ridurrà
della metà al netto: « Abbiamo subito espresso la nostra contrarietà, poi,
sull’esclusione del personale a tempo determinato e sulla mancata previsione di
un organico aggiuntivo – hanno fatto notare da Anief –. Inoltre con il
dimensionamento scolastico dei prossimi due anni, avremo scuole con un numero
elevato di plessi. Il lavoro dei tutor in tali scuole deve essere valorizzato
con incentivi ulteriori altrimenti rischiamo di non riuscire a trovarli». In
settimana ci sarà un nuovo incontro per raccogliere le osservazioni da parte
delle organizzazioni sindacali. Poi il decreto.
www.avvenire.it
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