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giovedì 28 luglio 2022

COMPLESSITA' e AGAPE

Il «pensiero complesso» 

si apre all’agape

 - di FRANCESCO BELLINO

 In modo lento, ma graduale, il paradigma della complessità si sta affermando nella cultura italiana. Il volume di Mario Castellana, Briciole di complessità. Tra la rugosità del reale (prefazione di Mauro Ceruti, Studium, pagine 248, euro 25,00) si dipana in 57 capitoletti, apparentemente eterogenei, ma uniti dalla comune prospettiva della complessità. Il titolo del libro è mutuato da Simone Weil, ben consapevole che chi si avventura nelle acque incerte della conoscenza e del pensiero umano viene a scontrarsi con «la rugosità del reale».

Castellana, già docente di Filosofia della scienza presso l’Università del Salento ed esponente di quella che Geymonat ha chiamato «la scuola meridionale di epistemologia», fondata da Bruno Widmar, è approdato al pensiero complesso non con «una fulminea conversione sulla strada di Damasco», ma ha le sue radici nel pensiero di Simone Weil, nello studio della epistemologia francofona (Gaston e Suzanne Bachelard, Teilhard de Chardin, Hélène Metzger, Piaget, Florenskij, Serres, Morin), molto attenta alla dimensione storica della scienza, e del pensiero di Federigo Enriques.

Più il mondo diventa complesso, più cresce la tentazione del riduzionismo e della semplificazione. La complessità è portatrice di una razionalità incarnata della polifonia del reale, che ci aiuta a superare «l’era desertica del pensiero » (Paolo VI) e a cogliere la ricchezza del mondo.

Questo libro, come ha scritto Mauro Ceruti nella prefazione, ci offre non solo «una sapiente mappa delle molteplici vie del pensiero complesso»,

ma anche un contributo che aiuta a chiarire e a sviluppare il potenziale teoretico della complessità». Il pensiero complesso ci protegge dal virus della onniscienza, da visioni essenzialistiche e unilaterali della realtà, dal pensiero asettico e dallo scetticismo. Vive e si alimenta della tensione verso il vero. «Non esistono teorie vere, ma teorie sempre più vere», ripete Castellana con Federigo Enriques.

Il pensiero complesso ci aiuta a prendere coscienza dei limiti della «forma calcolante del pensiero», imposta dalla modernità, e risponde al bisogno di una «razionalità allargata», proposta da Benedetto XVI. Essendo una razionalità enracinée, aperta, sensibile, riesce a cogliere le diverse nuances (Bachelard) del reale e ad essere «cuore pensante» (Hillesum).

 Castellana conclude il suo lavoro con l’apertura del pensiero complesso alla teologia, considerando la razionalità complessa una «razionalità agapica», per lo stretto legame tra conoscenza e amore. Cita il teologo e matematico Giovanni Amendola, che si fa promotore di una «ragione sensibile» a partire da Leonardo da Vinci e Goethe Tale progetto viene innestato nel solco della rivelazione ebraico-cristiana che trova nell’amore agapico del Vangelo di Giovanni il suo punto di approdo, assumendo una profondità spirituale» da «ragione adorante in silenzioso ascolto del mistero della realtà».

 

www.avvenire.it

 


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