Con uno spirito del tutto ecumenico- il primo settembre - si
celebra questa Giornata. Molte le iniziative in programma nel Tempo del Creato
fino al 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi
di Benedetta Capelli –
Città del Vaticano
Città del Vaticano
Celebrare il Creato, pregare perché sia rispettato nel suo
essere disegno di Dio ma anche agire secondo nuovi stili di vita improntati a
buone pratiche, lavorare perché i danni inflitti al pianeta con ripercussioni
innegabili sui più poveri siano al più presto sanati. La Giornata mondiale di
preghiera per la cura del Creato porta in sé questo spirito che unisce le
Chiese in un unico respiro. Ieri Papa Francesco all’Angelus ha ricordato l'importante appuntamento:
Da questa data, fino al 4 ottobre, celebreremo con i nostri
fratelli cristiani di varie Chiese e tradizioni, il Giubileo della Terra per
ricordare l’istituzione, 50 anni fa, della Giornata della Terra.
Dal 2015 il Papa ha istituito per il primo settembre la
Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato. Un momento per
riflettere sulla casa comune, grazie anche alla Laudato Si’, l’Enciclica pubblicata 5 anni fa.
Riflettere su quanto il pianeta sia in pericolo e su quanto le disuguaglianze
sociali siano aumentate anche a causa dello sfruttamento indiscriminato delle
risorse che hanno creato sacche di povertà in tanti angoli del mondo, generando
difficoltà di accesso all'acqua, alterando gli ecosistemi presenti.
Una celebrazione in piena pandemia
La Giornata cade in un momento in cui si la pandemia di
coronavirus non accenna a fermarsi. In molti Paesi il lockdown ha fatto
riscoprire il potere del Creato e allo stesso tempo il virus ha mostrato tutta
la debolezza dei modelli economici vigenti, spesso indifferenti alla cura della
Casa comune. Papa Francesco, nell’ultima catechesi dell’udienza generale dedicata alla pandemia, ha
ribadito la necessità di ripensarsi come “amministratori dei beni, non
padroni”:
“Se ci prendiamo cura dei beni che il Creatore ci dona se
mettiamo in comune ciò che possediamo in modo che a nessuno manchi, allora
davvero potremo ispirare speranza per rigenerare un mondo più sano e più equo”
Della pandemia come “chiamata a rispettare la Casa comune”
parla, nel suo messaggio per la Giornata, la Caritas Internationalis che
ribadisce come il virus abbia mostrato le fragilità di sistemi sociali
ingiusti. Da qui l’auspicio di “nuove forme di solidarietà” per rispondere
all’emergenza sanitaria con “la pandemia dell’amore”.
Una posta in gioco importante
Una Giornata ecumenica che anche altre Chiese celebrano. Nel
suo messaggio, Bartolomeo I Patriarca ortodosso di Costantinopoli sottolinea
che “la minaccia” all’ambiente non viene colta in tutta la sua importanza
eppure “la posta in gioco non è più la qualità, ma la conservazione della vita
sul nostro pianeta”. Stiamo assistendo, elenca, “alla distruzione dell'ambiente
naturale, della biodiversità, della flora e della fauna, all'inquinamento delle
risorse acquatiche e dell'atmosfera, al progressivo collasso dell'equilibrio
climatico” e ad altri eccessi.
Riconoscere questi giorni come un'occasione per celebrare la
ricchezza della fede è l’opportunità riconosciuta in questa Giornata
dalla Conferenza delle Chiese europee CEC e dal Consiglio delle
Conferenze episcopali europee CCEE. “È tempo di ripensare tanti aspetti
della nostra vita assieme, dalla coscienza di ciò che più vale alla qualità
delle relazioni sociali ed economiche”: scrivono i vescovi italiani per l’occasione. “Troppo spesso –
aggiungono - abbiamo pensato di essere padroni e abbiamo rovinato, distrutto,
inquinato, quell’armonia di viventi in cui siamo inseriti, sostengono. Si
tratta di quell'"eccesso antropologico di cui parla Francesco nella
Laudato Si’”. Un cambio di passo è quindi necessario e urgente e il Papa lo
aveva già scritto nella sua Enciclica al numero 53
“I gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli
abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi un’altra rotta. Mai
abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due
secoli. Siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il
nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo
progetto di pace, bellezza e pienezza”