venerdì 26 giugno 2020

ABUSO DI DROGHE: PROBLEMA UMANO E SOCIALE


Giornata internazionale contro l’abuso di droghe
 e il traffico illecito 
 Papa Francesco: “Trafficanti di morte”

 “[…] La droga, come già più volte sottolineato, è una ferita nella nostra società, che intrappola molte persone nelle sue reti. Sono vittime che hanno perso la loro libertà in cambio di questa schiavitù, di una dipendenza che possiamo definire chimica”, così Papa Francesco nel discorso ai partecipanti alla conferenza internazionale sul tema “droghe e dipendenze: un ostacolo allo sviluppo umano integrale” (1°dicembre 2018).
“L’uso della droga causa gravissimi danni alla salute, alla vita umana e alla società, voi lo sapete bene. Tutti siamo chiamati a contrastare la produzione, l’elaborazione e la distribuzione della droga nel mondo. È dovere e compito dei governi affrontare con coraggio questa lotta contro i trafficanti di morte. Trafficanti di morte: non dobbiamo avere paura di dare questa qualifica. Un ambito sempre più rischioso si sta rivelando lo spazio virtuale: in alcuni siti di Internet, i giovani, e non solo, vengono adescati e trascinati in una schiavitù dalla quale è difficile liberarsi e che conduce alla perdita del senso della vita e a volte della vita stessa. Di fronte a questo scenario preoccupante, la Chiesa sente come urgente il bisogno di instaurare nel mondo contemporaneo una forma di umanesimo che riporti al centro del discorso socio-economico-culturale la persona umana; un umanesimo che ha quale fondamento il “Vangelo della Misericordia”. A partire da esso, i discepoli di Gesù trovano ispirazione per attuare un’azione pastorale veramente efficace al fine di alleviare, curare e guarire le tante sofferenze legate alle multiformi dipendenze presenti sulla scena umana.
La Chiesa, unitamente alle istituzioni civili, nazionali e internazionali, e alle diverse agenzie educative, è fattivamente impegnata in ogni parte del mondo per contrastare il diffondersi delle dipendenze mobilitando le proprie energie sulla prevenzione, la cura, la riabilitazione e sui progetti di reinserimento per restituire dignità a coloro che ne sono stati privati. Per vincere le dipendenze è necessario un impegno sinergico, che coinvolga le diverse realtà presenti sul territorio nell’attuare programmi sociali orientati alla salute, al sostegno familiare e soprattutto all’educazione. In questa prospettiva, mi unisco agli auspici che avete formulato nella vostra Conferenza, affinché vi sia un maggiore coordinamento delle politiche antidroga e anti-dipendenze – non servono politiche isolate: è un problema umano, è un problema sociale, tutto dev’essere collegato – creando reti di solidarietà e prossimità nei confronti di coloro che sono segnati da queste patologie. […]”


Abuso di droghe: “È un problema umano, è un problema sociale”
Comunicato Stampa della Comunità Papa Giovanni XXIII

«Con la chiusura delle scuole a causa della pandemia, i ragazzi sono rimasti più soli ed esposti ai pericoli del web, divenuto oggi il luogo in cui incontrano, conoscono e comprano sostanze stupefacenti di ogni genere. Mentre in Parlamento si raccolgono firme per rendere più florido il mercato della droga, soffocando così la libertà di tanti ragazzi con nuove forme di schiavitù, il nostro grido di allarme è per una strategia di prevenzione educativa sempre più dimenticata». Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Papa Giovanni XXIII, spiega la preoccupazione della Comunità in occasione della Giornata mondiale della Lotta alla droga del 26 giugno.
«Ormai sono chiare le gravi conseguenze che pandemia e lockdown stanno recando: aumento del livello di stress, aggressività e disturbi del sonno. – continua Ramonda – A questo si aggiunge la sovraesposizione alla rete e le dipendenze comportamentali ad essa legate. Con la conseguenza che stanno cambiando modalità e stili di consumo e approvvigionamento delle droghe. Oggi l’attività di spaccio si è trasferita dalla strada al dark web e ai social network. Chiediamo al Governo e a tutti coloro che hanno responsabilità educative nei confronti delle giovani generazioni, dei loro bisogni educativi, dei loro diritti, della loro dignità di investire nella prevenzione».
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha aperto 40 anni fa la prima Comunità terapeutica per il recupero delle persone con dipendenze patologiche. Oggi gestisce 34 Comunità Terapeutiche – 22 in Italia e 12 all’estero – in cui sono accolte oltre 300 persone.


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