La
comunità sembra decapitata, ciascuno teme per la propria vita. Eppure, in
questo momento tragico nessuno si dà alla fuga, nessuno pensa a salvarsi la
pelle, nessuno abbandona gli altri, ma tutti pregano insieme. Dalla preghiera
attingono coraggio, dalla preghiera viene un’unità più forte di qualsiasi
minaccia.
L'inutilità
delle lamentele
E
c’è un altro elemento importante: in quella prima comunità “nessuno si lamenta
del male (...) nessuno insulta Erode. E noi siamo tanto abituati a insultare i
responsabili... ”. Tempo sprecato e inutile per i cristiani, fa notare
Francesco, quello passato a lamentarsi di quello che non va e prosegue:
Le
lamentele non cambiano nulla. Ricordiamoci che le lamentele è la seconda
porta chiusa allo Spirito Santo, come vi ho detto il giorno di Pentecoste: la
prima è il narcisismo, la seconda lo scoraggiamento, la terza, il pessimismo.
Il narcisismo ti porta allo specchio, a guardarti continuamente; lo
scoraggiamento, alle lamentele. Il pessimismo, al buio, all’oscuro. Questi tre
atteggiamenti chiudono la porta allo Spirito Santo. Quei cristiani
non incolpavano, ma pregavano. In quella comunità nessuno diceva: “Se Pietro
fosse stato più cauto, non saremmo in questa situazione”. Nessuno. Pietro
umanamente, aveva motivi di essere criticato, ma nessuno lo criticava. Non
sparlavano di lui, ma pregavano per lui. Non parlavano alle spalle, ma
parlavano a Dio. E noi oggi possiamo chiederci: “Custodiamo la nostra unità con
la preghiera, la nostra unità nella Chiesa? Preghiamo gli uni per gli altri?”
Pregare
per chi ci governa
Preghiera
e non insulto: Francesco a braccio si sofferma anche sui governanti, esortando
a percorrere la strada del bene, dell'unità e non quella del parlare
contro:
Chiediamo
la grazia di saper pregare gli uni per gli altri. San Paolo esortava i
cristiani a pregare per tutti e prima di tutto per chi governa. “Ma questo
governante è…”, e i qualificativi sono tanti; io non li dirò, perché questo non
è il momento né il posto per dire i qualificativi che si sentono contro i
governanti. Che li giudichi Dio, ma preghiamo per i governanti! Preghiamo:
hanno bisogno della preghiera. È un compito che il Signore ci affida. Lo
facciamo? Oppure parliamo, insultiamo, e basta?".
La
preghiera spiana la strada dell'unità
Papa
Francesco si domanda “che cosa accadrebbe se si pregasse di più e si mormorasse
di meno”. Anche oggi, come per Pietro quando si trovava in carcere, “tante
porte che separano si aprirebbero, tante catene che paralizzano cadrebbero”. E
il Papa invita a chiedere al Signore la grazia di saperlo fare e precisa:
Dio
si attende che quando preghiamo ci ricordiamo anche di chi non la pensa come
noi, di chi ci ha chiuso la porta in faccia, di chi fatichiamo a perdonare.
Solo la preghiera scioglie le catene, solo la preghiera spiana la via all'unità….
La
profezia nasce quando ci si lascia provocare da Dio: non quando si gestisce la
propria tranquillità e si tiene tutto sotto controllo. Non nasce dai miei
pensieri, non nasce dal mio cuore chiuso. Nasce se noi ci lasciamo provocare da
Dio. Quando il Vangelo ribalta le certezze, scaturisce la profezia. Solo chi si
apre alle sorprese di Dio diventa profeta.
Abbiamo
bisogno della profezia, ma di quella vera
Francesco
guarda all’oggi e afferma che anche in questi tempi c’è bisogno di profezia e
“non di parolai”, c’è bisogno di testimoniare “che il Vangelo è possibile”.
Non
servono manifestazioni miracolose, ma vite che manifestano il miracolo
dell’amore di Dio. Non potenza, ma coerenza. Non parole, ma preghiera. Non
proclami, ma servizio. Tu vuoi una Chiesa profetica? Comincia a servire, stai
zitto. Non teoria, ma testimonianza. Non abbiamo bisogno di essere ricchi, ma
di amare i poveri; non di guadagnare per noi, ma di spenderci per gli altri;
non del consenso del mondo, quello è stare bene con tutti: da noi si
dice:"stare bene con Dio e con il diavolo"... stare bene con tutti.
Non questo non è profezia. Ma abbiamo bisogno della gioia per il mondo che
verrà; non di progetti pastorali, questi progetti che sembrano avere la propria efficienza, come se fosSero dei sacramenti, progetti pastorali efficienti: no, ma
abbiamo bisogno di pastori che offrono la vita: di innamorati di Dio.
Avere
il coraggio di essere costruttori di unità
Così
sono stati Pietro e Paolo che hanno annunciato Gesù fino a dare la vita. E’
questa la profezia che cambia la storia. E Papa Francesco ricorda che tutti i
fedeli sono chiamati a diventare “pietre vive con cui costruire una Chiesa e
un’umanità rinnovate” e conclude:
C’è
sempre chi distrugge l’unità e chi spegne la profezia, ma il Signore crede in
noi e chiede a te: “Tu, tu, tu, vuoi essere costruttore di unità? Vuoi essere
profeta del mio cielo sulla terra?”. Fratelli e sorelle lasciamoci provocare da
Gesù e troviamo il coraggio di dirgli: “Sì, lo voglio!”.