Il presidente di Rinnovamento nello
Spirito Santo e consultore del Pontificio Consiglio per la Promozione della
Nuova Evangelizzazione definisce il documento una ‘magna charta’ per le nuove
sfide del Terzo Millennio: “Rivela una pedagogia adeguata alle esigenze del
nostro tempo”
di Federico Piana- Città del Vaticano
Espressione chiara del magistero di Papa Francesco. Salvatore
Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo e consultore del
Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, utilizza
questa definizione per commentare il nuovo Direttorio per la catechesi
pubblicato nei giorni scorsi. Il documento - che sottolinea anche l’urgenza
dell’impegno di ogni battezzato per la diffusione del Vangelo utilizzando tre
principi basilari: la misericordia, il dialogo e la testimonianza- per Martinez
è “una sistematizzazione del pensiero del Pontefice e la riproposizione del suo
magistero testimoniale”.
Perché, presidente?
R.- Perché in modo puntuale, dinamico e fattuale vengono indicate le
grandi sfide della nuova evangelizzazione del Terzo Millennio. Il Direttorio è
anche una sorta di sintassi teologica, ecclesiale, del vocabolario proprio di
Papa Francesco. E rivela anche una pedagogia adeguata alle esigenze del nostro
tempo, alle sfide più marcate: in sostanza, dà un orientamento, uno slancio,
alla fede.
In questo documento lei intravede alcune macro-direzioni da
intraprendere…
R.- Intanto, il grande tema dell’incarnazione della fede. La fede è
vita e lo è in questo secolo, all’inizio di un nuovo millennio. Poi
l’inculturazione della fede. Cioè, il dialogo con le culture, le tendenze, le
linee di pensiero attuali. Terzo, il tema della cultura del dialogo,
dell’incontro, così caro a Papa Francesco. Tutto ciò è ben posto, con un
linguaggio comprensibile e sintetizza il magistero papale a partire
dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium.
Il testo ricorda che spetta ad ogni battezzato la responsabilità di
diffondere il Vangelo con nuove forme comunicative. Un passaggio importante,
oggi?
R.- Certamente. Esistono dei contesti generali che forse fino a ieri
abbiamo definito virtuali, come il mondo digitale o la globalizzazione. Il
magistero pone attenzione a quelli che sono i contesti vitali in cui tutto
accade, cioè dove gli uomini e le donne consumano la propria vita, dove gli
uomini e le donne hanno bisogno del Vangelo, di Cristo. Il Direttorio ci
ricorda che non si fa evangelizzazione solo per i sacramenti: è vera catechesi
non soltanto se essa propone l’incontro con Gesù ma se ci rende capaci di
generare, di parlare e di portare Cristo. E’ il grande rapporto che esiste tra
formazione ed evangelizzazione.
Il Direttorio mette anche in evidenza che la famiglia è strumento
essenziale, imprescindibile potremmo dire, per la catechesi.
R.- E’ il soggetto primario. Si ricorda, in modo opportuno, che è
soggetto attivo di evangelizzazione. La famiglia non è solo oggetto di
catechesi ma è il luogo nel quale si trasmette e si vive la fede e ci si
prepara a testimoniarla. Il Vangelo nasce nella famiglia. Il Direttorio pone
anche il tema del rapporto intergenerazionale e suggerisce una catechesi che
sia pensata perché ci sia una nuova attorialità che parta dai bambini e arrivi
fino agli anziani.
Poi c’è un passaggio del testo che riguarda le parrocchie, le associazioni
ed i movimenti ecclesiali, delle scuole cattoliche. Che giudizio ne dà?
R.- I movimenti e le associazioni hanno bisogno di ricevere un nuovo
impulso. Nella sfida della nuova evangelizzazione non c’è dubbio che essi
abbiano un ruolo preponderante. E’ importante che il Direttorio, sotto il
profilo teologico-pastorale, ribadisca la collocazione dei movimenti ecclesiali
nelle chiese particolari per poi mettersi in dialogo con il mondo. I movimenti
sono fatti da laici e nel mondo spetta a loro testimoniare il Vangelo anche con
quelle pedagogie educative di rinnovamento legate ai tanti carismi elargiti
dallo Spirito Santo.
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