Giornata internazionale contro l’abuso di droghe
e il
traffico illecito
Papa Francesco: “Trafficanti di morte”
“[…] La droga,
come già più volte sottolineato, è una ferita nella nostra società, che
intrappola molte persone nelle sue reti. Sono vittime che hanno perso la loro
libertà in cambio di questa schiavitù, di una dipendenza che possiamo definire
chimica”, così Papa Francesco nel discorso ai partecipanti alla conferenza
internazionale sul tema “droghe e dipendenze: un ostacolo allo sviluppo umano
integrale” (1°dicembre 2018).
“L’uso della droga causa gravissimi danni alla salute,
alla vita umana e alla società, voi lo sapete bene. Tutti siamo chiamati a
contrastare la produzione, l’elaborazione e la distribuzione della droga nel
mondo. È dovere e compito dei governi affrontare con coraggio questa lotta
contro i trafficanti di morte. Trafficanti di morte: non dobbiamo avere paura
di dare questa qualifica. Un ambito sempre più rischioso si sta rivelando lo
spazio virtuale: in alcuni siti di Internet, i giovani, e non solo, vengono
adescati e trascinati in una schiavitù dalla quale è difficile liberarsi e che
conduce alla perdita del senso della vita e a volte della vita stessa. Di
fronte a questo scenario preoccupante, la Chiesa sente come urgente il bisogno
di instaurare nel mondo contemporaneo una forma di umanesimo che riporti al
centro del discorso socio-economico-culturale la persona umana; un umanesimo
che ha quale fondamento il “Vangelo della Misericordia”. A partire da esso, i
discepoli di Gesù trovano ispirazione per attuare un’azione pastorale veramente
efficace al fine di alleviare, curare e guarire le tante sofferenze legate alle
multiformi dipendenze presenti sulla scena umana.
La Chiesa, unitamente alle istituzioni civili,
nazionali e internazionali, e alle diverse agenzie educative, è fattivamente
impegnata in ogni parte del mondo per contrastare il diffondersi delle
dipendenze mobilitando le proprie energie sulla prevenzione, la cura, la
riabilitazione e sui progetti di reinserimento per restituire dignità a coloro
che ne sono stati privati. Per vincere le dipendenze è necessario un impegno
sinergico, che coinvolga le diverse realtà presenti sul territorio nell’attuare
programmi sociali orientati alla salute, al sostegno familiare e soprattutto
all’educazione. In questa prospettiva, mi unisco agli auspici che avete
formulato nella vostra Conferenza, affinché vi sia un maggiore coordinamento
delle politiche antidroga e anti-dipendenze – non servono politiche isolate: è
un problema umano, è un problema sociale, tutto dev’essere collegato – creando
reti di solidarietà e prossimità nei confronti di coloro che sono segnati da
queste patologie. […]”
Abuso di droghe: “È un problema
umano, è un problema sociale”
Comunicato Stampa della Comunità Papa Giovanni XXIII
«Con la chiusura delle scuole a causa della pandemia, i ragazzi sono
rimasti più soli ed esposti ai pericoli del web, divenuto oggi il luogo in cui
incontrano, conoscono e comprano sostanze stupefacenti di ogni genere. Mentre
in Parlamento si raccolgono firme per rendere più florido il mercato della
droga, soffocando così la libertà di tanti ragazzi con nuove forme di
schiavitù, il nostro grido di allarme è per una strategia di prevenzione
educativa sempre più dimenticata». Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della
Papa Giovanni XXIII, spiega la preoccupazione della Comunità in occasione della
Giornata mondiale della Lotta alla droga del 26 giugno.
«Ormai sono chiare le gravi conseguenze che pandemia e lockdown stanno
recando: aumento del livello di stress, aggressività e disturbi del sonno. –
continua Ramonda – A questo si aggiunge la sovraesposizione alla rete e le
dipendenze comportamentali ad essa legate. Con la conseguenza che stanno
cambiando modalità e stili di consumo e approvvigionamento delle droghe. Oggi
l’attività di spaccio si è trasferita dalla strada al dark web e ai social
network. Chiediamo al Governo e a tutti coloro che hanno responsabilità
educative nei confronti delle giovani generazioni, dei loro bisogni educativi,
dei loro diritti, della loro dignità di investire nella prevenzione».
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha aperto 40 anni fa la prima Comunità
terapeutica per il recupero delle persone con dipendenze patologiche. Oggi
gestisce 34 Comunità Terapeutiche – 22 in Italia e 12 all’estero – in cui sono
accolte oltre 300 persone.
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