venerdì 7 maggio 2021

LE VIE DELL'APPRENDIMENTO


Imparare non è un atto meccanico, 

ma migliora se si stimolano interessi,

 curiosità, emozioni degli alunni

 

--*    di  Giorgio Vittadini *

    

 «La scuola è aperta a tutti», stabilisce la Costituzione, «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». L’istruzione è il più straordinario fattore di crescita per le persone e per la società. Ringrazio Ernesto Galli della Loggia per l’articolo di mercoledì 5 maggio sul Corriere della Sera che ha risvegliato l’interesse su questo tema.

Numerose ricerche internazionali hanno dimostrato che imparare non è un atto meccanico. L’apprendimento migliora se si stimolano gli interessi, la curiosità, le emozioni degli alunni. E questo si traduce in migliori risultati scolastici, che favoriscono soprattutto chi è meritevole ma «sprovvisto di mezzi». È la nuova frontiera dell’istruzione, nota a livello internazionale con l’espressione inglese «character skills», utilizzata, fra gli altri dal premio Nobel James Heckman. Si cerca di valorizzare, così, la personalità di ciascuno, superando le condizioni economiche o sociali iniziali. Aspetti come l’apertura mentale, la capacità di collaborare, lo spirito di iniziativa sono fattori cruciali nel contributo che ogni persona può dare nel lavoro e nella vita sociale.

Farò alcuni esempi. Nel saggio appena pubblicato «Viaggio nelle character skills» (ed. Il Mulino), sono presentati i risultati di una ricerca condotta fra gli studenti del Trentino Alto Adige. Stimolando negli allievi la coscienziosità e l’apertura all’esperienza, è stato osservato un incremento di 12 punti sul voto Invalsi, un parametro che misura l’apprendimento effettivo e consente confronti con i coetanei italiani e di altre nazioni. La mancanza di responsabilità per i propri risultati, al contrario, corrisponde ad un incremento di 5 volte in negativo sul voto Invalsi.

Nell’era digitale la scuola non può limitarsi a insegnare solo nozioni, sia pure fondamentali, come la lettura o la matematica. La scuola deve anche contribuire a far crescere le persone, offrendo loro una preparazione utile alla vita sociale. Il nuovo «Curriculum dello Studente» che accompagna per la prima volta l’esame di maturità, si inserisce in questo filone e non è affatto «un po’ di classe» come sostiene Galli della Loggia. Nel documento sono incluse le attività extrascolastiche, «in ambito professionale, sportivo, musicale, culturale e artistico, di cittadinanza attiva e di volontariato». E le esperienze di alternanza scuola lavoro.

La scuola deve offrire ora a tutti la possibilità di presentare le proprie capacità, che si nasca con la mente di Steve Jobs (senza grandi mezzi) oppure no. Una verità già nota agli antichi. «La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere», affermava duemila anni fa il filosofo greco Plutarco.


*Docente di statistica Università Milano Bicocca, 
presidente della Fondazione per la Sussidiarietà

Corriere della sera

 

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