Commento di don Luciano Cantini
Il saluto è quello di sempre, di
ogni occasione, di ogni incontro: “shalom”, “pace”; oggi, però sembra assumere
un significato diverso, lo si deduce dal fatto che Giovanni ripete lo stesso
saluto per ben tre volte. C'è sicuramente un richiamo, un eco della cena
d'addio (Gv 14,27) quando Gesù dice: "vi lascio la pace, vi do la mia
pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi".
Il mondo sembrerebbe affannosamente
cercare la pace ma qual è la verità? Come è possibile giungere alla pace con
strumenti che gli sono contrari... si fanno accordi che sono i risultati di
compromessi destinati a cadere, gli armamenti sono sempre più sofisticati e le
armi sempre più diffuse, per le strade sperimentiamo violenza e la criminalità
è sempre più organizzata e trova terreno facile, le religioni danno spazio agli
integralismi che prima o poi manifestano atteggiamenti di chiusura. Si potrà
raggiungere una certa pacificazione, un equilibrio tra forze diverse, destinate
irrimediabilmente a saltare.
La Pace che Gesù ci dona è frutto
dell'evento pasquale della sua morte e resurrezione, di quella morte che è
amore, perdono per i persecutori e nemici, che è totale abbandono alla volontà
del Padre. Pace che il mondo non conosce e non è capace di dare perché non appartiene
a questo mondo e che, una volta accolta, il mondo non può togliere.
Non possiamo immaginare di avere un
percorso diverso per accogliere il dono della Pace se non passando attraverso
lo stesso evento Pasquale, quel mistero di morte e di resurrezione che Cristo
ha vissuto e insegnato: "Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua
vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna". (Gv 12,25)
Soltanto il perdono e la
misericordia potranno portarci alla pace, soltanto la disponibilità a
"perdere" la vita ci rende possibile ottenerla. Non abbiamo altro
scampo, non ci è data altra via se non quella della Pasqua.
In Gesù, l'Amore ha vinto
sull'odio, la misericordia sul peccato, il bene sul male, la verità sulla
menzogna, la vita sulla morte...
“Faccia di noi dei costruttori
di ponti, non di muri. Egli, che ci dona la sua pace, faccia cessare il fragore
delle armi, tanto nei contesti di guerra che nelle nostre città, e ispiri i
leader delle Nazioni affinché si adoperino per porre fine alla corsa agli
armamenti e alla preoccupante diffusione delle armi, specie nei Paesi
economicamente più avanzati”. (Papa Francesco, Pasqua 2019).
..."Pace a voi! Come il
Padre ha inviato me, anch'io mando voi".
Gesù, ripete lo stesso dono della
Pace, lo aveva appena fatto mostrando ai discepoli i segni della passione,
adesso quel dono è legato allo stesso suo mandato e al dono dello Spirito
Santo. I discepoli, noi cristiani, condividiamo col Signore la stessa sua
missione, il medesimo suo respiro: soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito
Santo», è l'identico gesto del Dio Creatore che ad Adamo ha donato l'alito
della vita (Gn 2,7) che nella Pasqua ha la dimensione della misericordia e del
perdono.
... Pace a voi
Tommaso che voleva vedere e toccare
per credere adesso è presente, anche lui riceve il dono della pace, con
l'invito a guardare e mettere il suo dito nelle piaghe di Cristo. Tommaso, come
noi, è nel mezzo tra il credere ed il non credere... basta poco per scivolare
da una o dall'altra parte incapaci a cedere le nostre opinioni, i nostri
percorsi, le nostre prospettive. Gesù ci invita entrare dentro le sue piaghe
non dissimili dalle piaghe dell'umanità; la Fede è il dono che riceviamo
proprio penetrando dentro di lui, entrando nel suo Corpo per amare come lui ama.
Tratto da Qumran2.net | www.qumran2.net
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