Don Giulio Cirignano*
Il giorno otto dicembre, come tutti
sappiamo, inizierà l’anno santo della misericordia. Molto si è detto e scritto
al riguardo. Soprattutto la Bolla di indizione “Misericordiae Vultus” porta un contributo decisivo per la
comprensione. E’ giunto, allora , il momento per tentare una definizione
concreta e vitale della misericordia. Una definizione che aiuti ad immergersi
con il cuore e la mente nel grande mistero della bontà di Dio.
In termini esistenziali, accostarsi alla
misericordia di Dio significa soprattutto rendersi disponibili per una
esperienza ineffabile e dolcissima insieme. E’ lasciarsi raggiungere da una
carezza. Una carezza di Dio. Questa immagine può risultare inadeguata, di sapore
vagamente sentimentale. Ma non è così.
Nella pagina del vangelo di Luca che
narra del padre misericordioso, più nota come la pagina del figliol prodigo, ne
troviamo magnifica esemplificazione. E’
il padre il protagonista nelle due vicende dei figli, quella
del minore che decide di andarsene, stanco e inconsapevole del tesoro
che aveva a portata di mano, quella
del maggiore che, invece, rimane in casa ma che
dimostra, alla stessa maniera del fratello di non conoscere il padre. Non gode della sua
presenza e della sua tenerezza. Considera un dovere non riconosciuto il
permanere nella fedeltà. I due fratelli si somigliano. Sia colui che parte, sia
colui che resta non hanno compreso la
bellezza di abitare sotto lo sguardo affettuoso e tenero del padre.
Ci possiamo chiedere
come mai, ........ELOGIO DELLA MISERICORDIA
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