della tecnologia.
La dignità umana
una priorità
In un messaggio ai
partecipanti al Congresso Internazionale organizzato dalla Pontificia Accademia
per la Vita “Intelligenza Artificiale e Medicina: la sfida della dignità
umana”, Leone XIV mette in guardia dai pericoli dei progressi tecnologici che
“influenzano profondamente il nostro modo di pensare, alterando la nostra
comprensione delle situazioni e il modo in cui percepiamo noi stessi e gli
altri”. Nell’“assistenza alle persone” sono insostituibili le “relazioni umane”
- Tiziana Campisi – Città
del Vaticano
Se lo sviluppo
tecnologico ha portato, e continua a portare, “benefici significativi
all'umanità, specialmente nei campi della medicina e della salute”, perché ci
sia “un progresso autentico” è necessario che “la dignità umana e il bene
comune continuino a essere solide priorità per tutti”. Lo evidenzia Leone XIV
nel messaggio ai partecipanti al Congresso Internazionale organizzato dalla
Pontificia Accademia per la Vita “Intelligenza Artificiale e Medicina:
la sfida della dignità umana” che si svolge dal 10 al 12 novembre a
Roma, letto stamani dal presidente della PAV monsignor Renzo Pegoraro. Nel
testo, il Pontefice si sofferma sul “potenziale distruttivo della tecnologia” e
“della ricerca medica quando sono poste al servizio di ideologie antiumane”,
esortando a considerare gli eventi del passato un monito. “Gli strumenti di cui
disponiamo oggi sono ancor più potenti e possono produrre un effetto ancora più
devastante sulla vita di individui e popoli”, scrive, riconoscendo, invece, i risvolti
positivi di un utilizzo a “servizio della persona umana”.
LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DEL MESSAGGIO DI PAPA LEONE
Il rischio di perdere di
vista le persone
C’è da riflettere sulla
“rivoluzione digitale” che sta portando “a quello che Papa Francesco ha
definito un ‘cambiamento epocale’”, sollecita Leone, che riconosce più
pervasivi i “nuovi progressi tecnologici paragonabili per certi aspetti alla
Rivoluzione Industriale”. “Influenzano profondamente il nostro modo di pensare,
alterando la nostra comprensione delle situazioni e il modo in cui percepiamo
noi stessi e gli altri”, osserva, aggiungendo che oggi “interagiamo con le
macchine come se fossero interlocutori, diventando quasi una loro estensione”.
Ma così si corre il pericolo “di perdere di vista i volti delle persone” e di
“dimenticare come riconoscere e apprezzare tutto ciò che è veramente umano”.
Custodi e servitori della
vita umana
Per il Pontefice è “di
grande importanza” l’impegno di quanti prendono parte al Congresso
Internazionale della Pontificia Accademia per la Vita “nell'esplorare il
potenziale dell'Intelligenza Artificiale in medicina”, perché “la fragilità
della condizione umana si manifesta spesso nel campo della medicina” e non
bisogna dimenticare la dignità di ogni persona, che è “voluta, creata e amata
da Dio”. Per tale motivo la Nota sul
rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana “Antiqua et
nova” dei Dicasteri per la Dottrina della Fede e per la Cultura e
l'Educazione evidenzia che “gli operatori sanitari hanno la vocazione e la
responsabilità di essere custodi e servitori della vita umana”. E, secondo
Leone, “lo stesso si può dire di coloro che sono responsabili dell'uso dell'IA
in questo campo”.
L’IA migliori le
relazioni interpersonali
Nell’“assistenza alle
persone” sono insostituibili le “relazioni umane”, rimarca, poi, il Papa, che
per “la professionalità medica” reputa indispensabili “non solo le necessarie
competenze specifiche, ma anche la capacità di comunicare e di essere vicini
agli altri”. Dunque “i dispositivi tecnologici non devono mai sminuire la
relazione personale tra pazienti e operatori sanitari”, semmai l'IA deve
migliorare “realmente sia le relazioni interpersonali sia l'assistenza
fornita”, e questo per poter essere “al servizio della dignità umana e
dell'efficace erogazione dell'assistenza sanitaria”. Infine, di fronte ai
“vasti interessi economici spesso in gioco nei campi della medicina e della
tecnologia” e alla “lotta” per il suo “controllo”, da Leone XIV l’invito a
“promuovere un'ampia collaborazione”, anche a livello internazionale, fra
quanti “operano nel settore sanitario e in politica”.
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