L’infanzia decide tutto, l’adolescenza è solo la conseguenza”.
E agli educatori: “Compito fondamentale, dovreste essere pagati il doppio”
La
responsabilità nascosta degli educatori 0-6 anni
“Voi
vi occupate della fase più importante della vita degli esseri umani“,
ha dichiarato Novara rivolgendosi agli educatori presenti nell’aula magna del
liceo di Lugo. Il pedagogista ha sottolineato come la fascia 0-6 anni
rappresenti il 99% dell’esistenza futura di un individuo, una
responsabilità che dovrebbe tradursi in maggiore riconoscimento sociale ed
economico. “Dovreste essere pagati il doppio“, ha affermato
senza mezzi termini, evidenziando il paradosso di una società che sottovaluta
chi forma le basi della personalità umana.
La
critica si estende al sistema educativo nel suo complesso: mentre un
adolescente può sopperire a un insegnante inadeguato, un bambino di 4 anni
non può fare altrettanto. “Ha bisogno assolutamente di avere la figura
educativa che gli dà i basilari di sicurezza per tutta la vita”, ha
spiegato Novara, rimarcando come l’Emilia-Romagna rappresenti un’eccellenza in
questo campo, pur in un contesto nazionale dove la pedagogia rimane una
categoria quasi inesistente.
Genitori
“fai da te” e il disastro delle autonomie mancate
Il
pedagogista ha riservato parole durissime per l’attuale generazione di
genitori, definita “particolarmente staccata sul piano delle informazioni
educative“. L’influenza dei social media e delle “influencer mamme” ha
creato un immaginario distorto dove le autonomie fondamentali vengono
sistematicamente rimandate. Novara ha citato esempi concreti: genitori che
tengono il pannolino notturno aspettando che si asciughi da solo,
bambini di 8-9 anni ancora puliti dai genitori in bagno, e la drammatica
riduzione delle ore di sonno infantile.
“Se
un bambino non sviluppa le autonomie rispetto alla sua età, non è un errore
educativo, è un danno“, ha tuonato citando Maria
Montessori. Il pedagogista ha elencato le competenze irrinunciabili: a 4
anni dormire da soli, vestirsi, mangiare autonomamente e soprattutto
litigare. Quest’ultima competenza, spesso demonizzata, rappresenta invece
un apprendimento etico fondamentale che permette ai bambini di
confrontarsi e sviluppare capacità relazionali.
Il
conflitto costruttivo
La
soluzione proposta da Novara è chiara: creare spazi dedicati al conflitto
costruttivo, come “l’angolo del litigio”, dove i bambini possano
spiegare le proprie ragioni invece di essere etichettati come bulli o
vittime. “Se non li fai parlare tra loro, la tua scuola diventa un
tribunale“, ha concluso, lanciando un appello per un cambio di paradigma
che restituisca dignità e centralità al lavoro educativo della prima infanzia.
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