Una delegazione della Fondazione per la
Sussidarietà, guidata dal presidente Giorgio Vittadini ha consegnato al Capo
dello Stato il primo "Premio Sussidarietà".
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha
ricevuto questa mattina al Quirinale una delegazione della Fondazione per la
Sussidarietà, guidata dal presidente Giorgio Vittadini.
Al termine dell’incontro è stato consegnato al Capo dello Stato il Primo
“Premio Sussidarietà” per il contributo alla diffusione e alla crescita della
cultura della sussidarietà, realizzato dallo scultore Carlo Steiner. Di seguito
un ampio stralcio del discorso tenuto dal Capo dello Stato.
La sussidiarietà è un principio che lega e rafforza il
rapporto tra istituzioni e società. Lega tra loro anche gli stessi ordinamenti
delle istituzioni pubbliche, ciascuna nella sua autonomia e complementarietà. È
nel vivo della società che la sussidiarietà trova la sua radice più profonda, e
la sua ragione più esigente, perché essa è strettamente connessa con due valori
di fondamentale rilievo: la libertà della persona e la solidarietà che essa
esprime nell’ambito delle comunità in cui vive e realizza la propria esistenza.
La sussidiarietà è, cioè, in primo luogo, espressione e
garanzia di libertà per le persone e i corpi sociali che concorrono
all’interesse generale e che,
nella pluralità degli apporti, si adoperano per rigenerare continuamente quei
valori di umanità e di corresponsabilità che rappresentano uno dei portati più
preziosi del nostro modello sociale, del modello sociale europeo.
Un modello che assicura spazi di autonomia, di
partecipazione, di concorso delle persone, che trovano nelle formazioni
espressive di valori e interessi delle comunità lo strumento per la loro
affermazione, sconfiggendo sia le pretese di massificazione delle ideologie
autoritarie del ‘900 – che hanno portato
all’oppressione dell’uomo sull’uomo – sia quelle nuove, con la
verticalizzazione del potere e la prevalenza di quello finanziario.
È importante irrobustire il principio di sussidiarietà:
l’alternativa sarebbe introdurre arbitrari criteri gerarchici, addirittura
favorendo, di fatto, poteri separati dalla società o concentrazioni che
indeboliscono l’impianto democratico. La
rete delle comunità e dei corpi intermedi tiene alta la stessa qualità della
democrazia, rinvigorisce – ripeto – la libertà di ciascuno, perché la libertà
si realizza insieme a quella degli altri, si realizza in quella degli altri.
La sussidiarietà è uno dei vettori del percorso che abbiamo
davanti e, ben prima che la parola entrasse nella Costituzione nel 2001, il
principio della sussidiarietà è maturato lungo tutta la storia della
Repubblica. La nostra, come altre Costituzioni nate dalla Liberazione del
continente dal nazifascismo, viene definita Costituzione “personalista” (…)
perché colloca la dignità della persona, e non la ragione di Stato, al centro
dell’azione della Repubblica. E sono proprio il principio personalistico e quello
comunitario a farci dire che la sussidiarietà – sussidiarietà verticale ma, a
maggior ragione, sussidiarietà orizzontale – è, dalle origini, pienamente
dentro il disegno costituzionale, anzi ne è una sua esplicazione.
Le autonomie, territoriali e sociali, sono con evidenza
incompatibili con i regimi autoritari, e proprio la loro inibizione è spesso la
cartina di tornasole di restringimento delle libertà.
Ecco allora il contributo che esse recano vivificando libertà
e democrazia di un popolo con la loro semplice esistenza. Contributo che
trascende le finalità specifiche che le ha mosse, per divenire collante di una
identità comune.
Le identità plurali delle nostre comunità, locali, sociali,
sono frutto del convergere delle persone verso mete comuni e, a loro volta,
partecipano della costruzione del percorso verso il bene comune della nostra
società. In questa maniera si invera la
democrazia che è fatta di sostanza e non di mera forma; di eguaglianza dei
cittadini, che si realizza rendendo effettivi i diritti sociali, attraverso
l’intervento del servizio pubblico e di ogni altro soggetto che può concorrere
allo sviluppo del Paese e al benessere delle sue comunità.
Le comunità che si organizzano, la solidarietà che prende
forma associativa, la mutualità, il volontariato, il Terzo Settore
costituiscono risorsa insostituibile
Le comunità che si organizzano, la solidarietà che prende
forma associativa, la mutualità, il volontariato, il Terzo Settore
costituiscono risorsa insostituibile. Lo spazio pubblico non vive di
polarizzazione tra il potere delle istituzioni da un lato e il singolo
individuo dall’altro. Senza comunità intermedie anche il riconoscimento dei
diritti viene messo a rischio.
Per affrontare le sfide locali come quelle nazionali, come
quelle globali, è indispensabile rilanciare la cultura che viene espressa dal
“noi”. “Noi” come responsabilità comune, “noi” come volontà di
partecipazione, “noi” come costruzione di comunità larghe e aperte.
L’albero della sussidiarietà ha molti rami. Coltivarlo è un
grande servizio al nostro Paese.
Il discorso di Sergio Mattarella
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