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venerdì 30 agosto 2024

IN DIALOGO PER UN SENSO

VOCATI 

alla

 GENERATIVITA'




 -         di LEONARDO BECCHETTI

 L’estate è un tempo prezioso di pausa dalla routine lavorativa e contemplazione della natura che ci porta a riflettere su ciò che è essenziale nella nostra vita («Se non siamo alla ricerca dell’essenziale allora cosa cerchiamo?», il bel titolo del Meeting di Rimini). Da un altro bellissimo evento “in cammino”, quello della Route degli scout adulti italiani, arriva un messaggio sintetico ma fondamentale per la nostra comunità, spesso afflitta in tanti, troppi suoi membri da povertà di senso e depressione, oltre che difficoltà economiche. La felicità esiste ma si conquista... con i piedi. Ovvero senza mettersi in cammino è impossibile da raggiungere. Sono tutti messaggi coerenti con quanto la frontiera delle scienze sociali e l’economia civile oggi raccontano e hanno imparato dell’essere umano. Siamo cercatori di senso del vivere, bisognosi di riconoscimento e affamati di relazioni. Nasciamo da un dono genitoriale che ci spinge a ricambiare verso altri e siamo dunque vocati alla generatività. I dati sugli individui in tutto il mondo confermano che queste tre variabili (senso del vivere, qualità della vita di relazioni, generatività) sono i tre capisaldi di una vita felice, soddisfacente e ricca di senso.

Ma il ritorno alle nostre occupazioni farà scontrare molti di noi con la dura realtà del fatto che gli ingranaggi sociali (vere e proprie “strutture di peccato” o semplicemente percorsi che l’ingegno delle generazioni passate non è riuscito a costruire migliori) ci allontanano da questa meta e rendono spesso i nostri cammini di vita vie povere di senso. La domanda “generativa” fondamentale alla ripresa delle attività diventa dunque questa: come orientare la rotta nella direzione giusta superando gli ostacoli che abbiamo davanti?

E come indicare vie di soluzione personale e politica per i membri delle nostre comunità sulle grandi sfide che ci aspettano (pace, transizione ecologica, intelligenza artificiale e lavoro, demografia)? Ripartiamo in Italia forti di un metodo e di alcuni capisaldi già collaudati. Abbiamo un ricco e ammirevole percorso di riflessione scandito dai festival, reti virtuose di società civile al lavoro, know how che nasce dalle esperienze sul campo di buone pratiche che si è incontrato e consolidato in una visione/spartito e in un paradigma “relazional/personalista” che colma un vuoto nella cultura contemporanea. L’obiettivo è quello di dialogare in modo sempre più fecondo su questi temi con la classe politica e con pezzi del Paese disperati, isolati e alla deriva. Per farlo, non possiamo che partire laddove troviamo le persone, ovvero da risposte ai problemi di oggi in grado di incarnare quella visione: dalla lotta alla povertà e alle diseguaglianze, dalle politiche socialmente sostenibili sulla transizione ecologica, alle strategie di de-escalation per i conflitti, alla distribuzione equa dei benefici dell’innovazione dell’intelligenza artificiale, alle risposte in sanità di fronte a una domanda che, in una popolazione che invecchia e con anni non in buona salute che aumentano, rischia di diventare progressivamente infinita.

 Il dibattito di questi giorni sullo ius scholae è un esempio di come questo possa avvenire fuori da risse ideologiche portando avanti il progresso civile nel Paese. La demografia manda in crisi la vitalità del mercato del lavoro, la tenuta dei sistemi previdenziali e pensionistici. Ma in soccorso possono e devono arrivare più giovani stranieri con meccanismi di selezione che premino coloro che con la loro vita testimoniano volontà d’investimento ed integrazione ed aspirazione a migliorare le loro opportunità nel nostro Paese. Le due parole chiave che possono tenerci sul sentiero giusto sono partecipazione e generatività. La prima non è solo condizione necessaria personale per una vita ricca, ma anche condizione necessaria sociale per una democrazia in salute. La seconda è quella che nelle edizioni passate del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in collaborazione con “Avvenire”, abbiamo trasformato in indicatore di benessere in grado di offrire mappe di misurazione della capacità delle province italiane di creare condizioni per la fioritura di vita delle persone.

 Quante vie nuove di generatività riusciremo a creare e quante delle esistenti ad allargare? Perché è velleitario descrivere mondi ideali senza indicare in che modo concretamente dai labirinti in cui ci troviamo è possibile muovere verso di esse. L’itinerario dei grandi eventi festival prosegue e serve proprio per attivare risposte di comunità e reti mettendo in moto processi creano condizioni favorevoli per l’emersione di soluzioni non già precostituite durante il cammino. Anche la verità e il progresso civile (come la felicità) si conquistano con i piedi.

www.avvenire.it 

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