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lunedì 10 giugno 2024

IL DECLINO DELL'HOMO SAPIENS

 “La scuola italiana istruisce ma non educa. 

Stiamo assistendo alla morte dell’homo sapiens. Riempire le scuole di libri, non di computer”

 

Di redazione

 Il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti, intervistato da La Gazzetta di Parma, durante l’evento “G-talk: Riflessioni: famiglia e figli nell’era digitale”, ha lanciato un grido d’allarme sulla condizione delle giovani generazioni nell’era digitale.

 Secondo Galimberti, stiamo assistendo alla morte dell’homo sapiens, sostituito dall’homo videns, un individuo che privilegia l’immagine al testo, con conseguenze preoccupanti sullo sviluppo cognitivo. “Il cervello perde neuroni quando si antepone l’immagine”, afferma il filosofo, sottolineando come questo passaggio da un’intelligenza sequenziale a una simultanea stia impoverendo le capacità critiche e di comprensione.

 Un’ulteriore conseguenza di questa evoluzione, secondo Galimberti, è l’incapacità di gestire la complessità della società contemporanea. “Il computer lavora su un codice binario: sì, no. L’umanità diventa gregge e vuole l’animale capo”, dichiara, evidenziando come l’ignoranza e la superficialità favoriscano il populismo e la manipolazione.

 La scuola, secondo il filosofo, non è in grado di contrastare questa deriva. “La scuola italiana istruisce ma non educa”, afferma, sottolineando l’importanza di un’educazione che vada oltre la semplice trasmissione di contenuti e si occupi dello sviluppo emotivo e sentimentale degli studenti.

 Galimberti propone una soluzione radicale: riempire le scuole di letteratura, non di computer. “I sentimenti s’imparano, non li abbiamo per natura”, sostiene, evidenziando il ruolo fondamentale della letteratura nel fornire modelli e strumenti per comprendere e gestire le emozioni.

 Il filosofo esprime anche una forte preoccupazione per l’intelligenza artificiale, vista come un’ulteriore minaccia in un’epoca dominata dalla tecnica, che ci riduce a meri strumenti al servizio della produttività e dell’efficienza. “Non siamo all’altezza della velocità inaugurata dalla tecnica e dall’informatica”, avverte Galimberti, sottolineando l’aumento delle psicopatologie indotte da questa corsa sfrenata verso la performance.

 La società dell’efficienza e della performance spinta ci porta a livelli spaventosi di psicopatologie indotte dall’informatica, come dimostrato dall’alto consumo di psicofarmaci e cocaina nel nostro Paese.

 Orizzonte Scuola


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