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sabato 13 aprile 2024

SALVARE LA LINGUA ITALIANA

 

Le preoccupazioni della Accademia della Crusca: 
«L'italiano è una responsabilità di tutti»



-di Laura Perina

Il linguista Paolo D'Achille, presidente dell'Accademia della Crusca, l'istituzione dedita allo studio e alla conservazione della lingua italiana è intervenuto all'università di Verona per una lezione aperta dal titolo «L'italiano a inizio millennio fra tradizione e innovazione»

«L'inglese, che ha un ruolo riconosciuto come lingua della comunicazione scientifica internazionale, tende a espandersi un po' troppo all'interno delle varie nazioni. Per esempio, che all'università ci siano corsi di studio esclusivamente in inglese fa sì che l'italiano perda delle porzioni importanti di lessico che sono indispensabili perché una lingua sia pienamente tale. La comunicazione scientifica è il rischio più grande che corre oggi l'italiano».

 A esprimere questa preoccupazione è il linguista Paolo D'Achille, presidente dell'Accademia della Crusca, l'istituzione dedita allo studio e alla conservazione della lingua italiana. Ospite dell'ateneo di Verona per una lezione aperta dal titolo «L'italiano a inizio millennio fra tradizione e innovazione», D'Achille ha rilanciato la presa di posizione espressa anche qualche settimana fa in una lettera inviata alla ministra dell'università e ricerca, Annamaria Bernini, non condividendo la progressiva eliminazione della lingua italiana dagli insegnamenti universitari.

 «L'italiano è una responsabilità di tutti», ha ribadito nell'aula gremita del Polo Zanotto, introdotto dai saluti del prorettore dell'università di Verona Diego Begalli e di Arnaldo Soldani, direttore del Dipartimento culture e civiltà che ha organizzato l'appuntamento culturale.

 Interpellato sulla situazione attuale della nostra lingua italiana e sulla sua prossima evoluzione, ha detto: «È importante che non vi siano rivendicazione dei dialetti a porsi come lingue altre», ha puntualizzato D'Achille. «Certamente i dialetti vanno tutelati, e la Crusca stessa li studia e li mette in comunicazione con l'italiano», ha sottolineato, «ma l'italiano come lingua nazionale deve essere difesa, come tutte le altre lingue nazionali europee, che sono lingue di cultura con una forte tradizione letteraria e di scrittura. E questa tradizione, debitamente aggiornata, deve essere mantenuta».

 


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