È nella “intensità dell’istante” che si gioca il
destino
di questa generazione fragile
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di Claudio Burgio
"L'intensità dell’istante" di Simone Riva:
nelle pieghe della scuola e del tempo libero il vero protagonista è un ospite
che ci cerca.
Apparentemente il testo de L’intensità dell’istante
(Youcanprint, 2023) si snoda attraversato da un ordine semplicemente
cronologico: una raccolta di articoli scritti sul Giornale di Monza dal
settembre 2022 all’agosto 2023, incentrati sui grandi momenti dell’anno – da
feste a eventi significativi – che scandiscono un normale anno di vita. In
realtà, il libro di don Simone Riva è capace di far rivivere “piccoli episodi
che però non sono mai piccoli” in veri e propri kairoi, ovvero in “momenti
favorevoli”, in “tempo opportuno” per provocare, interrogare, cercare il senso
di fatti circoscritti e puntuali eppure dotati di significato che va oltre i
singoli episodi accaduti.
La vita può essere interpretata in due modi: una ripetizione
dell’identico e di fatti sconnessi tra loro, oppure la trama di una storia più
grande di noi che si rivela strada facendo attraverso gli incontri e le
situazioni che ci accadono. L’intensità dell’istante rappresenta l’affascinante
itinerario educativo di un sacerdote nel quotidiano dialogo con le nuove
generazioni e con il mondo adulto: nulla di costruito, solo il risuonare di
voci, domande aperte, intuizioni che “toccano il cuore e la vita”, come ben
annota don Alberto Cozzi nella sua bellissima prefazione. Il libro nasce
dall’esperienza di chi ogni giorno è messo a contatto con giovani e adulti, per
rileggere con loro la straordinaria avventura del presente: il cristianesimo,
del resto, non è mera consolazione in attesa di una redenzione futura, ma è
annuncio a noi contemporaneo, è educazione alla realtà totale così come è
adesso.
Un cristianesimo come alienazione dalla realtà contingente,
come “religione del cielo vuoto” non serve e non entra nella vita soprattutto
dei più giovani: i ragazzi hanno necessità di incontrare una Parola che faccia
risorgere adesso e che alimenti un cammino di rinnovata fiducia e di
liberazione dalle tante paure che attraversano la loro generazione.
Mi pare che questa sia la prospettiva offertaci da don
Simone: la lettura di L’intensità dell’istante offre uno spaccato di
vita quotidiana in un ambito cruciale per la vita dei giovani soprattutto come
quello scolastico. Ogni istante, ogni esperienza, ogni incontro, per quanto
fugace, è espressione dotata di senso e non deve essere condannata all’insignificanza.
Tutto è indice di intensità e di profondità se accompagnato dalla presenza di
un Maestro.
Ovunque si parla ancora oggi di “emergenza educativa” in
termini preoccupati e negativi. Per dirla come il compianto Giuseppe Vico – già
ordinario di pedagogia generale nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano – l’emergenza educativa può essere intesa piuttosto come “molla della
storia”: l’emergere, il rendersi visibile di un fenomeno educativo è già un
sintomo di speranza se ascoltato e compreso attraverso un itinerario
interpretativo che sappia farne scorgere i tratti e le ragioni profonde. Così,
don Simone – portando alla luce tanti fatti, episodi di quotidianità normale –
aiuta il lettore a “far emergere” un pensiero nuovo su questa generazione
fragile e permette di interrompere l’afasia dei padri verso i figli che sembra
connotare il nostro tempo: ogni fenomeno giovanile, in effetti, non può essere
affrontato da chi non sappia cimentarsi con la vita dei ragazzi e con il
rischio della libertà.
In un’epoca di sempre nuove sfide educative, alle prese con
un mondo adulto spesso disarmato di fronte a uno svuotamento etico
apparentemente senza precedenti, il libro di don Simone offre uno sguardo
decisamente capace di intercettare i grandi desideri che ancora si muovono nel
cuore dei ragazzi: mossi da bisogni immediati, i giovani sono pur sempre
abitati da grandi domande alle quali l’adulto non può sottrarsi. Le pagine di
questo libro sono attraversate continuamente da quella ricerca di senso e di pienezza
che rendono bella la vita: nella “trama silenziosa del quotidiano”, “le cose di
sempre, piccole, quasi impercettibili” assumono la forma di un racconto pieno
di bellezza e di realismo che invita il lettore a una presa di coscienza in più
rispetto alle narrazioni spesso banali sulla condizione giovanile favorite dai
media.
Come quell’invito a “lasciarli andare” rivolto ai genitori,
“perché sappiamo di Chi è l’abbraccio che li attende”, riprendendo un celebre
testo di Charles Péguy: oggi, la sfida dell’educare sta proprio in questa
fiducia che diventa Fede. È Dio che educa, è Dio che salva: noi siamo solo
poveri Suoi strumenti: “Anziché preoccuparci di tenere a bada i ragazzi,
organizzandoli e incasellandoli, occorre fare di tutto per lanciarli”,
assumendo la consapevolezza che solo Dio “fa nuove tutte le cose”. Pur “con tutte
le nostre furbizie”, i nostri tentativi di “porci come gli innovatori, i
riformatori, quelli che cambiano rispetto a prima, quelli che riescono dove
altri hanno fallito, quelli che correggono ciò che era sbagliato”, il
protagonista delle nostre storie “è solo Lui”. È Lui “l’Ospite atteso
dell’anima”: il libro di don Simone diventa un appello, un invito forte ad
alzare lo sguardo per afferrare la bellezza di ogni istante.
Il
Sussidiario
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