l'Europa porti stabilità e pace
I vescovi degli Stati membri dell'Unione Europea esprimono la loro preoccupazione per l'instabiltà mondiale e le ripercussioni nelle società europee. La preghiera per vittime in Ucraina e in Israele e Palestina. L'appello ai leader a riscoprire i valori europei a favorire la diplomazia e il dialogo. Dura condanna alle manifestazioni di antisemitismo e al terrorismo
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di Michele Raviart - Città del Vaticano
“Il mondo sembra regredire in una dinamica pericolosa, che ricorda alcuni dei momenti più bui dell'umanità che credevamo fossero destinati a rimanere nei libri di storia”. Ad affermarlo i vescovi dell’Unione europea, riuniti nella Comece, che si rivolgono ai rappresentati politici dell’UE e in una dichiarazione chiedono loro “di giocare un ruolo attivo nel dare forma e offrire al continente e al mondo una rinnovata visione di stabilità, giustizia e pace”.
La preghiera per le vittime in Ucraina e Terra Santa
La
preoccupazione dei vescovi è in particolare “per la guerra di aggressione della
Russia contro l’Ucraina, che ancora continua e per il dolore del popolo armeno
nella regione del Caucaso”. “Soffriamo”,
scrivono ancora i vescovi, “per tutte le vittime dei barbari attacchi
terroristi perpetrati in Israele il 7 ottobre scorso e per la seguente
devastante violenza che si sta dispiegando in Palestina”. "Con profondo
dolore preghiamo per tutte le vittime di questi e altri conflitti nel mondo, in
particolare per i bambini”, ribadiscono, esprimendo vicinanza “alle loro
famiglie e a tutti coloro che soffrono per le conseguenze della guerra e della
violenza”.
Il rischio di un'escalation incontrollabile
Ai
confini dell’Unione Europea “in fiamme”, i delegati dell’assemblea plenaria
della Comece che hanno firmato la dichiarazione, dopo aver dialogato esponenti
di alto livello dell’Ue e con rappresentanti delle Chiese locali come il
cardinale Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini e Sua Beatitudine
Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, aggiungono il
timore per “un'escalation incontrollabile con conseguenze catastrofiche per
l'intera umanità”. Uno scenario che nasce
dalla “polarizzazione della comunità internazionale, alimentata da una
rinnovata logica di competizione tra le grandi potenze, insieme all'erosione
della fiducia nei contesti di cooperazione multilaterale”.
Condanna dell'antisemitsmo e del terrorismo
Una
situazione che non può che avere ripercussioni nelle società europee
“fomentando le paure, indebolendo il dialogo e minacciando la coesione
sociale”. “In diversi Paesi europei”, scrivono ancora i vescovi, “stanno
guadagnando terreno fenomeni pericolosi come l'antisemitismo, la
radicalizzazione e la xenofobia, spesso alimentati da una diffusione
sistematica della disinformazione e sfociati nell'estremismo violento e nel
terrorismo, che condanniamo fermamente in tutte le loro forme ed espressioni”.
Riscoprire i valori di pace e unità
L’appello
dei leader dell’UE, in comunione con Papa Francesco, è quindi quello “di
riscoprire e abbracciare di due grandi sogni dei padri fondatori dell’Europa:
la pace e l’unità”. Il sogno è che l’Europa “sfrutti appieno il suo potenziale
per risolvere i conflitti e accendere una luce di speranza, agendo come una
forza unita, fiduciosa e integrante, che abbia a cuore i principi democratici e
lo stato di diritto, dentro e fuori i suoi confini”.
Una coerente diplomazia di pace
Sfuggendo
a ogni logica di guerra, l’obiettivo deve essere quello di “avviare processi di
dialogo e sviluppare una coerente diplomazia della pace”, che si sottolinea, è
più di una condizione di assenza di guerra. Essere architetti ed artigiani di
pace, inoltre, implica “l'attuazione coerente degli accordi globali sul
controllo degli armamenti, la non proliferazione e il disarmo”, in vista della
promozione della fiducia reciproca come pilastro della stabilità
internazionale.
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