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martedì 30 maggio 2023

LA MITEZZA COME ESPERIENZA

Un libro dello psichiatra studia la disposizione umana del mite così importante e dimenticata nella vita di ogni giorno «La più radicalmente lontana» da aggressività, superbia e indifferenza tipiche della nostra società

 - di ROBERTO MUSSAPI

 «Avete capito: identifico il mite con il non violento, la mitezza con il rifiuto di esercitare la violenza contro chicchessia. Virtù non politica, dunque, la mitezza. O addirittura, nel mondo insanguinato dagli odi di grandi (e piccoli) potenti, l’antitesi della politica». Chi definisce la mitezza antitetica alla politica è un filosofo del Novecento la cui riflessione riguarda anche profondamente la realtà politica, Norberto Bobbio. In questa sorprendente affermazione Bobbio distingue la politica come arte e mestiere da quella intesa invece come senso di appartenenza alla polis, alla nostra città, comunità. Questa citazione di un pensatore ufficialmente laico, compare all’inizio di un libro toccante, accanto a parole e pensieri di Carlo Maria Martini, sul tema della mitezza: l’autore, Eugenio Borgna, psichiatra e studioso dell’anima, è un maestro. Il suo nuovo libro appena uscito affronta una delle condizioni base di ogni amicizia, e va oltre, fino al senso della vita stessa: Mitezza, (Einaudi, pagine 112, euro 12), che l’autore distingue dalla realtà, pur affine, di mansuetudine: sono due dimensioni buone, necessarie, e appunto affini, ma mitezza forse è più forte, più attiva, scrive Borgna, quando mansuetudine è manifestazione di una bontà meno radicale e profonda.

 Ma sono sfumature: Eugenio Borgna si lancia in un saggio su una dimensione fondamentale: « La mitezza, esperienza umana così importante, e così dimenticata, nella vita personale e sociale, è la più radicalmente lontana dalla aggressività e dalla angoscia, dalla impazienza e dalla fretta, dall’orgoglio e dalla superbia, dalla indolenza e dalla indifferenza, dalla distrazione e dalla sicurezza di sé». Aggressività, angoscia... ognuna di queste parole è scritta preceduta dall’articolo senza apostrofo: a rendere ognuna di esse scandita, assoluta, non scivolante euritmicamente nell’eloquio. Dal libro del Cardinale Martini Beati voi!

 La promessa della felicità, che lo entusiasma, alle belle pagine “sugli uomini miti” del teologo protestante Dietrich Bonhoeffer (figlio di un famoso psichiatra tedesco) che morì trentanovenne martire nelle carceri dei nazisti, («testimone anche in carcere di una inenarrabile mitezza»), ad Aristotele, Platone ai versi dei poeti, Leopardi, Corazzini, ai suoi amatissimi Rilke e Emily Dickinson... Un saggio felice e benefico: « In queste pagine vorrei svolgere le mie riflessioni su quelle che sono le possibili articolazioni tematiche della mitezza, che la mia vita in psichiatria mi ha fatto conoscere».

 Come sempre, nei suoi scritti, Borgna fa riferimento alle conoscenze acquisite e all’esperienza professionale. Fa bene a sottolinearlo, faremmo bene noi a comprendere come lavorando sull’anima dei suoi tanti pazienti, ha saputo creare una conoscenza che gli consente di parlare, da sempre, anche alla nostra anima, quella di ognuno di noi che lo leggiamo, affratellata. E mostra, con umiltà e sapienza come in origine Psiche e Anima erano parole che indicavano la stessa sostanza.

 Se sono nate favole, prima ancora della civiltà greca, in cui eros e psiche, amore e anima si cercano, confliggono, a volte si fondono, ciò significa che lo studio della psiche ha fonti antichissime, spesso in forma poetica. Borgna stesso attinge sempre, copiosamente ai versi di poeti, per lui necessari e anzi indispensabili nutrimenti dell’anima. La poesia lo ispira, ne sente e dichiara la necessità per la nostra vita sul pianeta. E lo fa da sempre, mitemente. Sì, Mitezza è un suo splendido saggio, ma anche, si può leggere, come un’involontaria, inconsapevole, francescana autobiografia.

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